Weiczen Leo (Leo Valiani)
Nato a Fiume il 9.2.1909.
Impiegato di banca, comunista. Dalla sentenza:” Weiczen Leo di anni 22, suddito ungherese, già prosciolto in istruttoria dal Tribunale Speciale con provvedimento del 25.8.1928 ed assegnato al confino di polizia per anni 4 poi ridotti ad 1, continuò a svolgere opera sovversiva.
Ritornato dal confino, da Ponza, riprese i contatti subito coi compagni di fede di Fiume, del Regno e dell’estero, specie coi funzionari dell’”Imprecon” servizio stampa della IIIa Internazionale. E dai tre centri comunisti di Vienna, Zagabria e Berlino ebbe ordini di riorganizzare il partito a Fiume anche per mantenere alto il sovversivismo a fine irredentistico. … Disse inoltre che per il partito ebbe occasione di andare a Milano, a Trieste nonché a Vienna ed a Berlino. …Egli costituì presso la Banca Mobiliare di Fiume, dove era impiegato, una cellula…. Per il Soccorso rosso raccolse denaro ed egli stesso ne elargì… In una perquisizione alla banca fu trovata una macchina che gli servì a scrivere i manifestini sovversivi diffusi….”.
Arrestato il 24.2.1931 per costituzione del PCd’I, appartenenza allo stesso e propaganda, viene condannato dal Tribunale Speciale a 12 anni e 7 mesi di reclusione. Detenuto a Lucca e a Civitavecchia, viene liberato il 7.3.1936 (usufruisce dei condoni del 1932 e del 1934).
Espatriato clandestinamente in Francia collabora al Il grido del popolo, e come corrispondente si reca in Spagna per seguire da vicino le vicende delle Brigate Internazionali.
Richiamato a Parigi, assume l’incarico di capo redattore de La voce degli Italiani diretto da Di Vittorio. Ruppe con il PCd’I dopo il patto Molotov Ribentropp del 1939. Internato nel 1939 nel campo di concentramento del Vernet.
Aiutato dai dirigenti di Giustizia e Libertà riesce ad evadere nel 1940 ed ad imbarcarsi per il Marocco francese e poi per il Messico. Rientrato in Italia nel 1943, a Roma incontrò tra i massimi dirigenti del Partito d’Azione Emilio Lussu. Aderisce in toto alla nuova organizzazione.
Esponente del Partito d’Azione nel C.L.N.A.I., organizza insieme a Pertini e ad altri esponenti della resistenza antifascista, l’insurrezione dell’aprile 1945. Direttore dell’Italia Libera, quotidiano azionista.
Dopo la guerra fu deputato nell’Assemblea Costituente e quando il Partito d’Azione si sciolse, si ritirò dalla politica attiva e continuò l’attività di giornalista e studioso.
Aderì successivamente al Partito Radicale e, negli anni ottanta, al Partito Repubblicano Italiano (come indipendente). Tornato al giornalismo, collaborò con Il Mondo, L’espresso e il Corriere della Sera.
Fu nominato Senatore a vita nel 1980 da Sandro Pertini. Morto nel 1999