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Sereni Emilio

Sereni Emilio

Nato a Roma il 13.8.1907.

Dottore in scienze agrarie, comunista. Avvicinatosi fin da ragazzo alle idee socialiste, si avvicina al partito comunista a Roma nel 1927. A Napoli dove si laurea presso l’Istituto Superiore di Agraria di Portici organizza il movimento comunista, in collegamento con il centro estero di Parigi. Arrestato nel settembre 1930 per costituzione del PCd’I e propaganda sovversiva, è condannato con Manlio Rossi Doria il 28.11.1930 a 15 anni di reclusione. Detenuto a Lucca, Viterbo e a Civitavecchia.

Liberato per amnistia nel settembre 1935, espatria pochi mesi dopo in Francia, mettendosi a disposizione del Centro estero del PCd’I. Membro del Comitato centrale del partito, collabora alla Voce degli Italiani e allo Stato Operaio e svolge grande attività politica.

Accusato di “intellettualismo” , in seguito alla campagna condotta dagli stalinisti, basata sull’ accusa al gruppo dirigente comunista italiano di non dare sufficiente rilievo all’opera di Stalin e di essere troppo debole nella lotta al trockismo.

Nel 1937 Sereni è inviato per una missione in Unione Sovietica, dove è arrestato, sottoposto a stringenti interrogatori e infine condannato a morte. “L’episodio – su cui va ancora fatta piena luce – si concluse bene solo perché Sereni si sottopose all’umiliante procedura di scrivere direttamente a Stalin, autocriticandosi per la scarsa vigilanza e professandogli tutta la sua devozione”. Allo scoppio della guerra Sereni è operaio tornitore in una grande fabbrica aeronautica. Al momento dell’entrata dei tedeschi a Parigi, si allontana dalla capitale occupata e si trasferisce a Tolosa, dove avvia l’organizzazione politica clandestina nel sud della Francia, mascherandola con un’attività ortofrutticola in una casa colonica.

Nel 1941 Sereni si incontra con Nenni e Platone a Marsiglia con i quali fonda il ‘Comitato d’azione per l’unione del popolo italiano’.

Nel 1942, Sereni si sposta a Nizza per organizzarvi la propaganda diretta tra i soldati italiani. Qui diede vita al giornale La parola del soldato e fu commissario politico dei Franc-Tireurs et partisans nelle Alpi Marittime. Il 16 giugno 1943 fu arrestato dagli italiani a Cros de Cagnes presso Nizza. Tradotto in Italia è condannato dal Tribunale militare di guerra a 28 anni di reclusione che sconta a Fossano, evade.

Ripreso dai tedeschi, rimane per 7 mesi nel braccio della morte del carcere di Torino. Dirigente della Resistenza, è ministro dei governi postbellici. Parlamentare fino al 1972, svolge una grande attività in vari settori di lavoro politico e culturale. Muore il 20.3.1977.

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