Baldazzi Vincenzo
(pseudonimo: Cencio) nato a Genzano (Roma) il 25.10.1898.
Fu tra i fondatori e gli organizzatori degli “Arditi del popolo di Roma” e fa parte della sezione di Roma del PRI. Partecipa a numerose proteste tra cui, nel novembre1924, quella di “Italia libera” e al comizio contro le restrizione alla stampa, oltre che a numerosi scontri con i fascisti.
Arrestato il 28.8.1922 per istigazione a delinquere, è assolto. Confinato il 1.12.1926 per 5 anni a Lampedusa dalla Commissione provinciale per il confino di Roma per ostilità al Regime, è trasferito a Ustica nel 1927. Liberato condizionalmente il 30.3.1927 ma è arrestato il 21.5.1927 con altri per attività sovversiva e appartenenza a partiti disciolti.
Il 24.3.1928 è condannato dal Tribunale Speciale a 5 anni di reclusione e 3 anni di libertà vigilata e l’interdizione perpetua. Sconta la pena nel penitenziario di Alessandria. Si rifiuta nel 1930 di associarsi alla domanda di grazia dei familiari.
Liberato il 20.5.1932 per fine pena e tradotto a Ponza per espiare il periodo di confino inflittogli il 1.12.1926 ed è prosciolto il 27.10.1933 perché il rimanente periodo di pena gli viene commutato in ammonizione. Incluso nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze, il periodo di ammonizione termina il 19.10.1935.
Nuovamente confinato il 5.11.1936 per 5 anni per aver esaltato la condotta dei “rossi spagnoli” durante la sua condanna a Ventotene, è nuovamente arrestato al confino anche il 12.11.1937 quando, con altri confinati, viene accusato di propaganda e apologia sovversiva.
Prosciolto e trasferito il 7.7.1939 a Tremiti perché frequentante i peggiori elementi della colonia, termina il periodo il 22.11.141 e viene trattenuto a Tremiti in internamento.
Liberato il 7.8.1943, fu tra gli organizzatori della Resistenza partecipando alla difesa di Roma tra l’8 e il 10 settembre.
Tra i fondatori delle formazioni partigiane “Giustizia e libertà”.