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Colombi Arturo

Nato a Massa Carrara il 22.7.1900.

Muratore e bracciante, comunista.

Segretario della Gioventù socialista di Vergato (Bo) nel 1916, nel 1921 passa al PCd’I. Nello stesso anno è arrestato con altri per attentato terroristico commesso contro la casa del fascista Fulgeri Armando, segretario del Fascio di Vergato.  E’ condannato a 10 mesi di carcere malgrado la mancanza di prove. Nuovamente arrestato all’inizio del 1923 per attentato contro i poteri dello stato, viene prosciolto per insufficienza di prove. Nel maggio dello stesso anno espatria in Francia, a Lione, dove è attivo propagandista comunista. Sembra essersi poi trasferito in Urss dove, per alcuni anni, frequenta l‘Università leninista di Mosca. Iscritto in Rubrica di Frontiera e nel Bollettino delle Ricerche nel 1930.

Nel 1931 entra nel Comitato centrale del PCd’I e compie varie missioni in Italia fino al suo arresto, avvenuto il 10.9.1933 a Genosa. La commissione provinciale lo condanna a 5 anni di confino come “comunista di tempra eccezionale” e lo invia a Ponza.

Contemporaneamente viene deferito al Tribunale Speciale che, il 16.7.1934, lo condanna a 18 anni di reclusione e lo invia nel penitenziario di Civitavecchia. “Il Colombi […] di cui mi sono noti i pessimi precedenti, ha fatto sempre pubblica attestazione delle sue fanatiche idee ed anche durante la detenzione ha dimostrato di non voler assolutamente recedere dalle sue insane ideologie. […] individuo estremamente pericoloso che, specie nell’attuale momento, occorre convenientemente e assiduamente vigilare”. A fine pena, il 15.4.1941, è ri-inviato al confino a Ventotene: liberato nell’agosto 1943. Fino al 1945 è tra i più importanti organizzatori del movimento partigiano: è prima a Torino, dove organizza scioperi e squadre gappiste.

Diviene inoltre il direttore del giornale dei comunisti torinesi “Il grido di Spartaco”. Chiamato a Milano nel febbraio 1944, dirige con Eugenio Curiel “La nostra lotta”. 

Dopo la liberazione di Roma (giugno 1944), divenne membro del triunivirato insurrezionale del Piemonte (direzione militare del PCI) e partecipò alla direzione della guerra partigiana del Nord.

Seguì anche, per tutto il periodo, le relazioni con gli altri partiti del Comitato di liberazione nazionale, coordinò le attività delle bande partigiane nelle campagne, prestando particolare attenzione al rapporto con i contadini, e tra queste e la lotta politico-sociale nelle città.

Nel dopoguerra è il primo direttore dell’edizione dell’Italia settentrionale de l’Unitài: membro della direzione centrale del PCd’I. Consultore nazionale e deputato alla Costituente, è eletto per 4 volte senatore nel collegio di Bologna.

Tra i suoi scritti, sulla storia del movimento operaio e dell’antifascismo, va ricordato Nelle mani del nemico,edito per la prima volta a Roma nel 1951.

Muore a Roma il  il 6 dicembre 1983.

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