Giua Michele
Nato a Castelsardo (Ss) il 26.4.1889. (padre di Renzo)
Docente universitario di chimica organica all’università di Sassari e poi al Politecnico di Torino, è anche redattore di Gioventù socialista.
Da sempre antifascista, è tra gli animatori di Giustizia e Libertà nel 1929. Nel 1933 è esonerato dall’incarico di professore per rifiuto di prestare il giuramento fascista.
Prosegue la sua attività antifascista e compie diversi viaggi in Francia per collegarsi con il gruppo giellista parigino. Sorvegliato dalla polizia, venne arrestato su denuncia dello scrittore e spia dell’Ovra Pitigrilli (Dino Segre ) il 15.5.1935: il Tribunale Speciale lo condanna a 15 anni di reclusione il 28.2.1936. ”. La sentenza così dichiarava: “(…) Per avere precedentemente e fino al maggio 1935, in territorio di Torino, Cuneo, altrove ed in territorio estero, partecipato al movimento rivoluzionario clandestino ‘Giustizia e Libertà’, mirante a commettere fatti diretti a mutare la costituzione dello Stato, a promuovere una intervento armato contro i poteri dello Stato e a suscitare la guerra civile nel territorio dello Stato”.
Sconta questa pena nella casa circondariale di Civitavecchia e a San Gimignano.
Durante la detenzione è raggiunto dalla notizia della morte del figlio Renzo (deceduto nel 1939 a soli 24 anni in Spagna combattendo nelle Brigate internazionali contro i franchisti.) e, successivamente, anche del figlio Franco. Respinge ogni invito a chiedere la grazia al regime fascista.
Liberato nell’agosto 1943, partecipa alla Resistenza come dirigente. A lungo ricercato dalla Gestapo, nonostante l’età ormai avanzata raggiunge sulle montagne i partigiani piemontesi e svolge attività clandestina nelle file del Psiup.
Dopo la Liberazione, è presidente della Commissione provinciale di epurazione di Torino e fra i massimi dirigenti nazionali del Psiup.
Consultore nazionale e deputato alla Costituente, poi senatore di diritto.
Consigliere comunale di Torino dal 1951 al 1956 e consigliere provinciale dal 1956 al 1960 e senatore della Repubblica nelle prime due legislature.
Morirà a Torino il 25 marzo 1966.