Ravera Camilla
Nata ad Acqui (Al) il 18.6.1889.
Insegnante, comunista. “Di intelligenza sveglia, con notevole capacità organizzativa e ascendente non comune tra le masse operaie”. Iscritta al Psi nel 1918, passa al Partito comunista nel 1921.
Redattrice dell’ Ordine nuovo, nel 1922 partecipa al 4°Congresso dell’Internazionale comunista. Tra i massimi dirigenti del partito, è redattrice di Compagna e de l’Unitàii. Segretaria del PCd’I dopo le leggi eccezionali e l’arresto di Gramsci, si ammala gravemente e viene curata in Svizzera e in Urss. Rifiutatasi di restare a Mosca, riprende il lavoro in Francia.
Nonostante sia stata deferita al Tribunale Speciale già 3 volte e stralciata perché latitante (il 4.6.1928 (il celebre processone), il 6.10.1928 e il 5.2.1929), in più assegnata al confino per 5 anni dal Tribunale Speciale, rientra in Italia nel maggio 1930 per riorganizzare il centro interno. Arrestata ad opera di un delatore (Eros Vecchi) il 10.7.1930, si rifiuta di dare chiarimenti sul proprio lavoro.
E’ condannata per costituzione del PCd’I e propaganda sovversiva a 15 anni e 6 mesi di reclusione. Detenuta a Trani e a Perugia. Liberata nel luglio 1935, avendo beneficiato dell’amnistia del 1932 e del 1934. Non viene inviata subito al confino per le pessime condizioni di salute. Ma fermata nuovamente il 23.10.1936, è confinata a Montalbano Ionico, San Giorgio Lucano, Ponza e Ventotene per 5 anni, a fine pena viene riassegnata per altri 5 anni. Liberata nell’agosto 1943.
Ricercata dai nazifascisti, riesce a sottrarsi alla cattura riparando, sempre gravemente inferma, nelle colline piemontesi. Dirigente politico nel dopoguerra, è eletta per 2 legislature alla Camera.
Nominata senatrice a vita, muore a Roma nel 1988.