Reale Eugenio
Nato a Napoli l’8.6.1905.
Medico, comunista. Nella Gioventù socialista nell’immediato dopoguerra, è arrestato l’1.7.1931 per organizzazione comunista: “…da molti anni praticante il sovversivismo, sin dal 1927 temeva di essere chiamato dalla giustizia a rendere conto delle sue malefatte, tanto che consegnò al suo collega Catalano un elenco dei suoi compagni di fede a cui avrebbe dovuto rivolgersi, in caso di suo arresto, onde proseguire la illegale attività sovversiva da lui esplicata. Ma la sua maggiore e confessa attività risale ai primi del 1931”. Dopo l’arresto di Emilio Sereni e Rossi Doria, entra in contatto con Giorgio Amendola, il quale aveva assunto la direzione del movimento clandestino.
Giorgio Amendola affida al Reale tutti i mezzi per la riproduzione delle stampe sovversive (rulli, poligrafi ed altro). Il Tribunale Speciale lo condanna il 27.1.1932 a dieci anni di reclusione, che trascorre tra il carcere di Viterbo e Civitavecchia.
Liberato per indulto nel settembre 1934, espatria clandestinamente nell’ottobre 1937.
Svolge attività giornalistica in Francia collaborando alla Voce degli italiani. Internato a Vernet nel febbraio 1941, viene tradotto in Italia nell’aprile 1943 ed è internato nella Casa di lavoro di Imperia.
Tra i massimi dirigenti politici e sindacali dal settembre 1943, è sottosegretario in vari ministeri e poi ambasciatore a Varsavia.
Partecipa alla fondazione del Cominform nel 1947 e assume posizioni sempre più critiche nei confronti del PCd’I dal quale esce dopo i fatti di Ungheria del 1956.