Roveda Giovanni
Nato a Mortara (Pv) il 4.6.1894.
Impiegato, comunista. Attivo dall’anteguerra. Nel PCd’I dal 1921. Segretario della Camera del lavoro di Torino, ricopre importanti cariche sindacali e politiche, subendo ripetuti fermi di polizia.
Partecipa al Congresso di Lione del Partito comunista. Arrestato nel novembre 1926 per organizzazione comunista e confinato per 5 anni a Favignana. Qui viene arrestato come uno dei massimi esponenti del Partito comunista e subisce una condanna a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni per creazione di esercito rivoluzionario, cospirazione, propaganda, istigazione di militari alla disobbedienza, istigazione alla lotta armata contro le classi borghesi e il Pnf, oltraggio, vilipendio ecc.
Reclusione a Portolongone e a Castelfranco Emilia. Rifiuta di associarsi alla domanda di grazia presentata da un familiare. “Esercita grande ascendenza sui detenuti politici e ne dirige il collettivo”. A fine pena (marzo 1937) confinato a Ventotene per 2 anni. Al termine del periodo, riassegnato per 5 anni. Evade nel corso di una licenza nel febbraio 1943 ed è tra gli animatori degli scioperi di primavera. Durante il periodo badogliano è nominato vicecommissario dei lavoratori dell’industria.
Arrestato nel dicembre 1943, i partigiani lo fanno fuggire dal carcere degli Scalzi di Verona, con un’azione entrata nella leggenda, nel luglio 1944.
Sindaco di Torino nel 1945-47, poi segretario generale della Fiom.
Morto a Torino il 18.11.1962.