I nazionalisti e i fascisti assaltano il Palazzo del Governo, proclamando l’annessione della città all’Italia. Il Governo italiano affida il potere in città al comando militare.
I nazionalisti e i fascisti assaltano il Palazzo del Governo, proclamando l’annessione della città all’Italia. Il Governo italiano affida il potere in città al comando militare.
L’Alleanza del Lavoro (organizzazione che riunisce varie sigle politiche e sindacali della sinistra) dichiara uno sciopero generale di protesta contro il dilagare delle violenze fasciste. Esso viene interrotto il 2 agosto.
La città è messa a ferro e fuoco dalle camicie nere, che assaltano Palazzo Marino e distruggono la sede del quotidiano socialista “Avanti!”.
Gli Arditi del Popolo, guidati da Guido Picelli e Antonio Cieri, dopo cinque giorni di violenti combattimenti, respingono il 5 agosto l’attacco di circa 10.000 fascisti al comando di Italo Balbo in persona.
Mussolini presenta alla Camera il suo programma politico e chiede i pieni poteri, ottenendo il voto di fiducia di 316 deputati tra cui De Gasperi, Bonomi, Giolitti, Gronchi e Orlando.
Gli squadristi devastano il capoluogo piemontese, incendiando la Camera del Lavoro e vari circoli operai. Secondo quanto riportato dal loro capo Pietro Brandimarte, provocano ben 22 morti.
Con regio decreto, in vigore dal 1° febbraio, viene istituita ufficialmente la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN).
Una spedizione punitiva fascista nella città ligure provoca grandi devastazioni e sei morti.
Il Consiglio dei ministri decide una forte riduzione del personale. Sotto il pretesto dello “scarso rendimento”, provvede al licenziamento di migliaia di ferrovieri, scelti tra gli elementi più politicizzati in senso progressista.
La gestione del servizio telefonico è concesso a società private tramite un apposito decreto
Viene abolito il monopolio statale sulle assicurazioni sulla vita.
La festività simbolo dei lavoratori è soppressa in favore del 21 aprile, data tradizionalmente associata al Natale di Roma.
Il riordino del sistema scolastico è approvato. Prende il nome dal filosofo e ministro dell’istruzione Giovanni Gentile. Esso prevede una forte gerarchizzazione dell’insegnamento, la preminenza della cultura umanistica su quella scientifica e l’introduzione dell’esame di Stato, quest’ultimo fortemente voluto dai cattolici che vedono così le loro scuole poste sullo stesso piano di quelle statali.
La Camera approva la riforma, in senso maggioritario, del sistema elettorale.
Il nuovo trattato tra Turchia, Grecia ed Alleati sostituisce quello di Sèvres e riconosce all’Italia il possesso dell’arcipelago ellenico del Dodecaneso.
La missione militare italiana inviata a delimitare il confine greco-albanese è attaccata in un’imboscata che causa cinque vittime.
Mussolini invia un ultimatum ad Atene, ponendo condizioni gravose che la Grecia accoglie solo parzialmente, respingendo le accuse di responsabilità nel massacro. Il capo del Governo italiano invia, quindi, una squadra navale ad occupare l’isola ionica.
Le truppe italiane lasciano l’isola, in seguito alla pressione britannica ed alla mediazione della Conferenza degli Ambasciatori, che riconosce come legittima l’indennità richiesta alla Grecia ed istituisce una commissione d’inchiesta interalleata.
La riforma è approvata dal Senato e garantisce i 2/3 dei seggi alla coalizione che ottenga la maggioranza, anche relativa, dei voti.
Il deputato liberal-democratico, direttore de “Il mondo” e oppositore di Mussolini, è assalito e bastonato a Roma da una squadra fascista.
Italia e Jugoslavia siglano un “patto di amicizia e di collaborazione cordiale” che vede la spartizione dello Stato libero di Fiume tra i due Paesi, i quali si impegnano anche a rispettare il nuovo ordine stabilito dai trattati di pace di Saint Germain, Neuilly e Trianon, a rimanere neutrali in caso di aggressioni esterne e ad offrirsi mutuo sostegno politico e diplomatico.
Italia e Unione Sovietica stabiliscono relazioni diplomatiche e stipulano un patto commerciale e di navigazione.
La città quarnerina passa ufficialmente all’Italia. Tale successo diplomatico spinge Vittorio Emanuele III a conferire a Mussolini il collare dell’Ordine dell’Annunziata, la più alta onorificenza del regno.
La tornata elettorale si svolge in un clima di violenza, intimidazioni ed illegalità, che portano la maggioranza governativa ad ottenere il 64,9% dei voti validi e 375 seggi, di cui 275 assegnati ad esponenti del partito nazionale fascista.
Il deputato socialista Giacomo Matteotti denuncia in Parlamento le violenze compiute dai fascisti durante la campagna elettorale e i pesanti brogli che hanno caratterizzato le elezioni, delle quali chiede l’annullamento.
Il parlamentare veneto Giacomo Matteotti viene sequestrato sul lungotevere Arnaldo da Brescia, a Roma, ucciso a colpi di coltello e sepolto frettolosamente in un bosco nel comune di Riano, a circa 25 chilometri dalla Capitale. Autori materiali del delitto sono i membri della polizia politica (la cosiddetta “ceka fascista”) Amerigo Dumini, Alberto Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria ed Amleto Poveromo. Più difficile, l’identificazione dei mandanti e delle ragioni profonde dell’omicidio, oggetto negli anni di approfondite ricerche che hanno portato alla luce, tra le altre cose, una vicenda di tangenti che vede coinvolti da una parte la società petrolifera americana Sinclair Oil e dall’altra Vittorio Emanuele III e lo stesso Mussolini.
L’assemblea dei gruppi di opposizione commemora Matteotti e approva una mozione, che sancisce il ritiro dalla vita parlamentare dei suoi membri, fino al ripristino della legalità e alla costituzione di un nuovo governo. Tale presa di posizione viene associata, dal dirigente socialista Turati, alla secessione dei plebei sull’Aventino nell’antica Roma.
Il provvedimento conferisce ampio potere censorio ai prefetti e consente la soppressione dei giornali.
Il territorio dell’Oltregiuba con la città di Chisimaio (Somalia meridionale) passa sotto la sovranità italiana.
La milizia fascista entra a far parte delle Forze armate ed è sottoposta all’obbligo di prestare giuramento di fedeltà al re, rimanendo però agli ordini del presidente del Consiglio, anziché del ministro della Guerra come tutti gli altri reparti dell’Esercito.
Con la conferenza di Londra, viene approvato il cosiddetto “Piano Dawes” (dal nome del diplomatico statunitense che se ne fa promotore), che lega il pagamento delle riparazioni di guerra tedesche ad un forte prestito concesso alla Germania dagli USA e pone fine all’occupazione francese della Ruhr.
Nello stesso giorno, il cadavere di Matteotti viene rinvenuto casualmente nella macchia della Quartarella, vicino a Riano, dal cane di un carabiniere in licenza.
L’intellettuale piemontese subisce a Torino un brutale pestaggio ad opera di un gruppo di fascisti.
Il drammaturgo siciliano chiede la tessera del PNF direttamente a Mussolini.
Si avvicendano i “quadrumviri” alla guida della MVSN, poiché De Bono risultò coinvolto nelle indagini sul delitto Matteotti. Un mese dopo, anche Balbo fu costretto alle dimissioni a causa delle sue responsabilità nell’uccisione di Giovanni Minzoni, avvenuta l’anno precedente.
I deputati comunisti abbandonano l’Aventino e poco dopo riprendono a partecipare ai lavori della Camera.
La scelta dell’anziano ex capo del Governo è motivata dai provvedimenti contrari alla libertà di stampa, emanati dal gabinetto al potere.
33 comandanti di legione della MVSN si recano da Mussolini e lo invitano perentoriamente a mettere a tacere le opposizioni, onde evitare un clamoroso gesto di sconfessione da parte dell’ala più intransigente del fascismo.
In un famoso discorso alla Camera, il capo del Governo si assume la responsabilità “politica, morale, storica” di tutto quanto è avvenuto nel corso del suo periodo al potere.
Viene presentato un disegno di legge che impone a tutte le organizzazioni di presentare, dietro richiesta delle autorità di pubblica sicurezza, atti costitutivi, statuti e regolamenti, pena lo scioglimento. La mossa mira a ridurre l’influenza della Massoneria all’interno degli apparati dello Stato e delle forze armate.
Mussolini cede alle pressioni della Confindustria e nomina Giuseppe Volpi di Misurata alle finanze e Giuseppe Belluzzo all’economia nazionale.
Il politico Giovanni Amendola subisce a Serravalle Pistoiese un brutale pestaggio, le conseguenze del quale lo porteranno alla morte nell’aprile dell’anno successivo in Francia.
Il podestà, designato dal prefetto, sostituisce il sindaco elettivo a capo dell’amministrazione comunale.
Francia, Germania e Belgio riconoscono ufficialmente le frontiere sancite dai trattati di pace del 1919 e si impegnano a risolvere in maniera pacifica eventuali future controversie. Italia e Regno Unito assumono la funzione di garanti.
Il tentativo di uccidere Mussolini è sventato; ne sono accusati il deputato socialista Tito Zaniboni e il generale Luigi Capello, entrambi condannati a lunghe pene detentive.
L’associazione degli industriali modifica il suo nome in omaggio al regime, ottenendo in cambio rappresentanza in seno al Gran Consiglio.
Il saluto romano, classico gesto fascista, viene introdotto in tutte le amministrazioni civili.
Il capo del Governo non è più responsabile dei suoi atti davanti al parlamento, ma solo davanti al re; può inoltre emanare norme giuridiche senza richiedere l’approvazione delle Camere.
L’intellettuale piemontese, in esilio a Parigi, si spegne per i postumi delle violenze subite dai fascisti nel settembre di due anni prima.
Lo Stato italiano riconosce due sole confederazioni sindacali, una per i lavoratori e una per gli imprenditori, entrambe affidate a dirigenti fascisti. Viene istituita la Magistratura del Lavoro, mentre è vietato lo sciopero e ogni altra forma di agitazione.
Secondo attentato a Mussolini: il capo del governo è ferito superficialmente da un colpo di pistola esploso dall’irlandese Violet Gibson.
Morte di Giovanni Amendola: il parlamentare campano non sopravvive alle conseguenze del pestaggio subito l’anno precedente ad opera di una squadra fascista.
Umberto Nobile decolla da Ciampino per effettuare la trasvolata del polo Nord sul dirigibile Norge.
I due Paesi latini, accomunati da un regime politico monarchico-dittatoriale che vede re Alfonso XIII di Spagna ed il generale Miguel Primo De Rivera quali omologhi di Vittorio Emanuele e Mussolini, siglano a Madrid un patto di amicizia.
Roma tenta di estendere la sua influenza nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano.
A Roma, l’anarchico Gino Lucetti lancia una bomba contro l’auto del “duce”, mancandolo.
Arturo Bocchini sostituisce Francesco Crispo Moncada. Rimarrà ai vertici delle forze di pubblica sicurezza fino alla morte, avvenuta nel 1940.
A Bologna, durante le celebrazioni per l’anniversario della marcia su Roma, il capo del fascismo viene fatto oggetto di un colpo di arma da fuoco, che fallisce di poco il bersaglio. Presunto attentatore è il quindicenne Anteo Zamboni, immediatamente linciato dagli squadristi presenti. La vicenda presenta numerosi punti oscuri, che rimarranno tali.
Sono dichiarati decaduti dalla carica sia i parlamentari aventiniani, che quelli comunisti.
L’intellettuale comunista viene deportato a Ustica.
Il Consiglio dei ministri decreta lo scioglimento di tutti i partiti, organizzazioni e associazioni di opposizione al fascismo, la soppressione della stampa non di regime, l’istituzione del confino di polizia e l’introduzione della pena di morte. Nasce, inoltre, il Tribunale Speciale per la difesa dello Stato (composto da militari e membri della Milizia): esso ha il compito di giudicare sui reati di spionaggio, incitamento alla guerra civile, ricostruzione e propaganda di partiti disciolti Applica le norme del codice penale militare di guerra e le sue sentenze sono inappellabili.
Roma stabilisce una sorta di larvato protettorato sul Paese balcanico.
Il dirigente socialista espatria clandestinamente via mare in Corsica, aiutato tra gli altri da Carlo Rosselli, Ferruccio Parri, Sandro Pertini e italo Oxilia. Al rientro in Italia, Parri e Rosselli subiscono l’arresto e il processo a Savona, riportando pene lievi.
Il simbolo fascista è dichiarato emblema dello Stato.
Tribunale Speciale per la difesa dello Stato: l’organo repressivo è insediato ufficialmente.
Autoscioglimento della CGdL: la Confederazione, vista l’impossibilità di continuare ad esercitare la sua funzione a causa delle leggi antisindacali promosse dal regime, si ricostituisce in Francia sotto la guida di Bruno Buozzi.
L’Italia appoggia le rivendicazioni magiare nei confronti di Cecoslovacchia, Jugoslavia e Romania, assumendo apertamente una posizione revisionista nei confronti dei trattati del 1919/1920.
Nel documento approvato dal Gran Consiglio vengono enunciati i presupposti fondamentali dell’ordinamento corporativo. Principio base della Carta è l’assoluta subordinazione delle forze economiche allo sviluppo della potenza nazionale.
La paga dei dipendenti pubblici, dei contadini e dei lavoratori del settore tessile è decurtata del 10%, in nome del contenimento dei costi e della ripresa della produzione, entrata in crisi in seguito alla politica di rivalutazione della Lira (“quota 90”) attuata dal regime.
I due anarchici italiani vengono giustiziati a Boston tramite sedia elettrica. Erano stati condannati a morte il 14 giugno 1921, in quanto ritenuti colpevoli di un omicidio avvenuto nel corso di una rapina. Il caso sarà riesaminato nel 1977 con il riconoscimento postumo dell’innocenza degli imputati (ma senza riabilitazione).
Il dirigente bolscevico è costretto ad abbandonare l’esecutivo dell’Internazionale Comunista a causa dei contrasti con Stalin. Poco dopo, verrà espulso dal CC del PCUS.
Il Partito nazionale fascista spinge le confederazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori ad attuare un ulteriore taglio del 10% delle retribuzioni.
Il Paese delle aquile conferisce all’Italia anche la supervisione della sua politica finanziaria. L’accordo accentua le tensioni con il blocco anti-revisionistico della Piccola Intesa, capeggiato dalla Francia.
L’istituzione fascista si trasforma in organo dello Stato.
All’inaugurazione della fiera campionaria di Milano, un ordigno esplode poco prima del passaggio del re, causando venti morti e molti feriti. Le indagini, lunghe e controverse, non riusciranno mai a risalire agli attentatori.
La Camera sarà composta da 400 deputati designati dal Gran Consiglio, su proposta di una serie di enti ed associazioni riconosciute dal regime. Su questa lista unica nazionale, gli elettori potranno soltanto esprimere o meno la loro approvazione, tramite un sì o un no. Avranno diritto di voto unicamente i cittadini in regola con il pagamento di una serie di contributi sindacali e
fiscali.
I due Paesi si garantiscono reciproca neutralità in caso di conflitti.
La sentenza del “processone” contro i membri del comitato centrale del Partito Comunista infligge agli imputati pesanti pene detentive, nell’ordine dei 20 anni e 4 mesi per il Segretario e 22 anni e 9 mesi per Umberto Terracini, tra gli altri.
Al termine della rivolta del Rif, soffocata dall’intervento congiunto franco-spagnolo, l’Italia ottiene di partecipare all’amministrazione internazionale della città marocchina.
Ahmed Zogu si autoproclama re degli albanesi.
Roma e Atene si impegnano vicendevolmente a rimanere neutrali nell’eventualità di conflitti che coinvolgano uno dei contraenti.
Il verdetto capitale è pronunciato dal Tribunale Speciale nei confronti del comunista Michele Della Maggiora, accusato di aver ucciso due fascisti e giustiziato il giorno successivo.
Il dirigente bolscevico lascia l’URSS in esecuzione di un decreto di espulsione emesso nei suoi confronti e si stabilisce a Istanbul.
Mussolini e il cardinale Pietro Gasparri firmano un accordo di conciliazione tra Stato italiano e Chiesa cattolica. Tale accordo conferisce validità civile al matrimonio disciplinato dal diritto canonico, introduce l’obbligo dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche e stabilisce l’elargizione di 1.750.000.000 di lire italiane alla Città del Vaticano, riconosciuta come Stato sovrano.
Il listone fascista di candidati alla Camera ottiene il 98,4% di sì.
Con apposito decreto, viene introdotto il provvedimento che impone l’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali.
Si esclude categoricamente ogni collaborazione con la socialdemocrazia (bollata come “socialfascismo”), sconfessando apertamente la linea di collaborazione con le altre forze antifasciste propugnata da Angelo Tasca, che a settembre sarà espulso dal Partito Comunista d’Italia.
Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Francesco Fausto Nitti realizzano un’evasione-beffa in motoscafo dall’isola confinaria, raggiungendo la Tunisia e, in seguito, Parigi. Nella capitale francese, Rosselli fonda il movimento Giustizia e Libertà, di ispirazione liberal-socialista.
L’irredentista slavo, riconosciuto colpevole di aggressione nei confronti di alcuni connazionali che si recavano alle urne nel giorno del plebiscito, viene giustiziato nei pressi di Pola.
Crollo di Wall Street: la borsa di New York registra una terribile caduta dei valori azionari, innescando una crisi economica che si estende rapidamente a tutti i Paesi capitalisti.
Attentato al principe Umberto: a Bruxelles, il giovane socialista Ferdinando De Rosa spara al principe ereditario Umberto di Savoia, fallendo il bersaglio.
Viene ribadita la struttura fortemente gerarchica del Partito Nazionale Fascista e il pieno inserimento negli apparati della Stato.
L’accordo è siglato a Roma dal cancelliere austriaco Johann Schober. Prosegue l’azione revisionista dell’Italia nei confronti dei trattati del 1919, azione che si traduce in alleanze con i Paesi usciti sconfitti dalla grande Guerra.
Graziani in Cirenaica: il generale fascista ottiene la nomina di governatore della Cirenaica e viene mandato a Bengasi. Gli viene affidato l’incarico di debellare la resistenza all’occupazione italiana, incarnata dal senussita Omar al-Mukhtar.
Espulsione di Amadeo Bordiga dal PCd’I: l’ex segretario paga in questo modo la posizione filo-trockijsta assunta durante il confino a Ponza.
Il leader etiope conquista il potere e si proclama Imperatore, con il nome di Hailé Selassié I di Abissinia.
Si giunge ad un accordo tra USA, Gran Gretagna e Giappone sulla sulla riduzione degli armamenti navali e la consistenza delle rispettive flotte da guerra, mentre rimangono irrisolti i contrasti tra Francia e Italia.
La crisi economica mondiale si aggrava.
I due antifascisti Giovanni Bassanesi e Gioacchino Dolci sorvolano Milano a bordo di un piccolo aereo, inondando la città di volantini propagandistici di Giustizia e Libertà. Durante il viaggio di ritorno in Svizzera, Bassanesi precipita sul San Gottardo e, ferito, viene tratto in arresto dalle autorità elvetiche.
Alle elezioni per il Reichstag, il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi ottiene 6,5 milioni di voti e 107 deputati.
L’anniversario della breccia di Porta Pia è sostituito dall’11 febbraio, data della firma dei Patti Lateranensi.
Processo a Camilla Ravera: la responsabile del Centro interno del Partito Comunista è sottoposta al giudizio del Tribunale, insieme ad altri dirigenti. Le pene comminate vanno dai dieci ai quindici anni.
Retata contro GL (Giustizia e Libertà): l’intero organigramma del movimento clandestino cade nelle mani della polizia, a causa della delazione dell’infiltrato Carlo Del Re. Finiscono in carcere, tra gli altri, Riccardo Bauer, Ernesto Rossi, Ferruccio Parri e Nello Traquandi.
L’ennesimo provvedimento di questo genere è deciso da Confindustria e Confederazione dei sindacati fascisti. Le paghe dei lavoratori dell’industria subiscono una decurtazione dell’8%, quelle degli impiegati del 12%, mentre per i salariati agricoli il taglio oscilla tra il 15 ed il 25% a seconda delle zone.
L’oasi sahariana, importante centro di resistenza libica, è conquistata da reparti coloniali italiani.
Il capo del Centro interno del partito comunista, Pietro Secchia, cade nelle mani della polizia a Torino. Nel gennaio dell’anno successivo, subisce la condanna a diciotto anni di reclusione.
L’abbattimento del regime monarchico è provocato da una grande vittoria repubblicana nelle elezioni municipali del 12 aprile. Il re paga con l’esilio volontario (senza abdicazione formale) il sostegno accordato per sette anni alla dittatura del generale Primo De Rivera.
L’applicazione della pena capitale all’anarchico sardo è decisa dal Tribunale Speciale sulla base di una semplice intenzione omicida. Egli aveva manifestato il proposito, mai posto in essere, di attentare alla vita di Mussolini.
Riccardo Bauer ed Ernesto Rossi sono condannati a vent’anni di carcere. mentre a dieci anni vengono condannati Vincenzo Calace, Berardino Roberto e Francesco Fancello.
La pena di morte è ristabilita anche per reati non politici.
L’atto di ossequio al fascismo è imposto ai 1.200 professori universitari italiani. Oppongono un rifiuto solo in 13.
Il settantenne capo della resistenza libica è processato sommariamente e giustiziato. Questo episodio segna il culmine della spietata azione repressiva, esercitata nella colonia africana dal generale fascista Rodolfo Graziani.
L’esponente dell’Alleanza Nazionale decolla dalla Francia meridionale e compie una spettacolare incursione su Roma, inondando la capitale di manifestini di propaganda antifascista. Il pilota si inabissa nel Tirreno insieme all’aereo, mentre tenta di raggiungere la Corsica.
La formazione politica Giustizia e Libertà guidata da Rosselli entra a far parte dell’organo che riunisce, in Francia, gran parte delle forze antifasciste.
L’Istituto Mobiliare Italiano è costituito su decisione governativa.
Il gerarca fascista Achille Starace rimarrà alla guida del partito fino al 1939, conferendo allo stesso una forte impronta personale.
Per l’occasione, giungono a Roma il capo del Governo di Ankara Ismet Inönü e il ministro degli Esteri Tevfik Rustu Bey.
Il giovane anarchico bellunese viene giustiziato per essere stato trovato armato e in possesso di esplosivo a Piazza Venezia, dopo aver confessato l’intenzione di uccidere Mussolini.
L’economista cattolico assume la presidenza del Consiglio all’interno di una dittatura militare che dura già da sei anni. Salazar resterà al potere fino al 1968, conferendo al regime una forte impronta corporativa e fascista.
A Budapest sale al potere Gyula Jakfay Gombos, sotto il patrocinio del Reggente Miklos Horthy. Si accentua la propensione al fascismo del regime, che rafforza i legami con l’Italia.
Il provvedimento, inquadrato nelle celebrazioni per il decennale della marcia su Roma, riguarda anche i detenuti per reati politici. In totale vengono rimesse in libertà 22.173 persone.
La Concentrazione antifascista stende, a Parigi, una dichiarazione programmatica, che denota la grande influenza assunta all’interno di tale organismo dal movimento Giustizia e Libertà.
La prima delle “città nuove” dell’Agro Pontino è inaugurata alla presenza di Mussolini.
L’Istituto per la Riconversione Industriale è costituito per decisione governativa.
Il fuhrer del nazionalsocialismo riceve l’investitura ufficiale a capo del Governo tedesco dal presidente della Repubblica Paul von Hindenburg. In pochi mesi, si assiste allo smantellamento delle istituzioni democratiche e alla nascita di un regime dittatoriale totalitario, ispirato al fascismo.
Il leader conservatore inglese definisce Mussolini “il più grande legislatore vivente”, esaltandolo come baluardo della lotta contro il socialismo.
Vengono fondati l’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale (INFPS) e l’Istituto Nazionale Fascista Assicurazioni Infortuni sul Lavoro (INFAIL).
Il Cancelliere austriaco chiude il Parlamento e assume i pieni poteri a Vienna, instaurando un regime fortemente legato all’Italia che prende il nome di ”austrofascismo”.
Il possesso della tessera del partito diventa requisito essenziale per l’ammissione ai concorsi per gli impieghi pubblici.
Italia, Francia, Regno Unito e Germania siglano a Roma un documento di intesa per il mantenimento della pace in Europa e la revisione dei trattati nello spirito della Società delle Nazioni.
L’Italia decide di versare agli Stati Uniti solo una cifra simbolica.
Il Governo riconosce l’interesse nazionale dell’opera avviata da Giovanni Treccani e le garantisce i fondi necessari al suo completamento.
Il ministro dell’Aeronautica decolla con una squadra di idrovolanti per tentare la traversata atlantica. Il 19 dello stesso mese, giunge a New York.
I due Paesi firmano un patto di non aggressione, neutralità e amicizia della durata di cinque anni.
La Germania abbandona la Società delle Nazioni.
Il Primo ministro rumeno muore in seguito a un attentato organizzato dalla Guardia di Ferro, formazione paramilitare filofascista capeggiata da Corneliu Codreanu.
Italo Balbo viene nominato governatore di Tripolitania e Cirenaica.
Viene promulgata la legge sulle corporazioni.
I paramilitari filofascisti austriaci e i reparti dell’esercito attaccano i militanti socialisti a Linz, provocando lo scoppio di una grande rivolta operaia che si estende a Vienna e a tutte le principali città del Paese. L’intervento dell’esercito, che non esita ad utilizzare l’artiglieria contro i ribelli, sancisce la vittoria delle forze governative. Nei mesi seguenti, si assiste all’instaurazione nella repubblica danubiana di un regime autoritario di tipo confessionale e fascista, guidato dal cancelliere Dollfuss.
I tre principali istituti di credito italiani – Banca Commerciale, Credito italiano e Banco di Roma – in grave difficoltà a causa della crisi, cedono i pacchetti azionari in loro possesso all’IRI, che assume così il controllo sia dei suddetti istituti che delle numerosissime imprese produttive ad essi subordinate.
Italia, Austria e Ungheria, rappresentate da Mussolini, Dollfuss e Gombos, firmano dei protocolli in cui si impegnano a stabilire particolari relazioni economiche e ad assumere una posizione politica comune nell’area danubiano-balcanica. Tale accordo assume una doppia funzione di contenimento, sia nei confronti della Germania che della Piccola Intesa (Cecoslovacchia, Jugoslavia e Romania).
Le paghe dei settori statali e industriali subiscono una decurtazione del 7%, parzialmente bilanciata dal calo degli affitti.
Gli elettori sono chiamati ad approvare o respingere in blocco la lista unica di 400 deputati, proposta dal Gran Consiglio secondo le modalità già utilizzate nel 1929. Il “Sì” (scheda tricolore) ottiene 10.026.513 voti pari al 99,84%, il “No” (scheda bianca) ne riceve 15.265 pari allo 0,15%.
L’organo parigino cessa di esistere per decisione del Consiglio generale, avendo constatato l’impossibilità di sanare il contrasto esistente tra la componente socialista e quella di Giustizia e
Libertà.
Vengono istituite 22 corporazioni.
Il Governo invia la flotta in acque albanesi a scopo intimidatorio, poiché il Paese delle aquile aveva tentato di svincolarsi dall’influenza italiana. La minaccia militare ottiene i frutti sperati, che si traducono in un rafforzamento della tutela di Roma su Tirana.
I nazionalsocialisti locali assaltano la Cancelleria per proclamare l’annessione dell’Austria alla Germania, assassinando il cancelliere Dollfuss. Dopo alcuni giorni di scontri in tutto il Paese, le forze di sicurezza e i paramilitari delle Heimwehren riportano la situazione sotto controllo.
Le due organizzazioni marxiste operano un deciso riavvicinamento, favorito anche dalla svolta nella politica estera sovietica che, dopo l’ascesa di Hitler, si orienta verso la tenuta di relazioni amichevoli con la Francia.
Si stabilisce che l’addestramento militare avrà inizio all’età di otto anni sotto la direzione della MVSN.
Il provvedimento è motivato dalla nascita della figlia dei principi di Piemonte. Interessa 10.688 detenuti comuni e 94 politici.
Il documento è firmato a Ginevra dal capo della delegazione italiana presso la Società delle Nazioni, Pompeo Aloisi, e dai ministri degli Esteri francese (Louis Barthou) e inglese (Anthony Eden).
Un membro dell’organizzazione terroristica macedone di estrema destra VMRO uccide il re di Jugoslavia Alessandro, in visita ufficiale in Francia. La reazione della polizia, che apre il fuoco sulla folla, provoca numerose altre morti, tra le quali quella del ministro degli Esteri francese Barthou. Durante le indagini, emergono i legami tra il VMRO, gli Ustascia croati e le autorità italiane.
Un presidio fortificato italiano nella regione dell’Ogaden, al confine tra Etiopia e Somalia, respinge l’attacco di reparti regolari abissini. L’evento scatena, nei mesi successivi, una grave crisi diplomatica.
Italia e Francia risolvono alcune vertenze coloniali e si impegnano a preservare la stabilità europea, difendendo l’indipendenza dell’Austria. In una dichiarazione segreta, il ministro degli Esteri Pierre Laval garantisce a Mussolini “mano libera” in Etiopia.
Hitler ristabilisce in Germania il servizio militare obbligatorio e denuncia, in questo modo, le clausole del Trattato di Versailles relative al disarmo.
Italia, Francia e Regno Unito stabiliscono un fronte comune contro il revisionismo nazista.
Una vasta operazione di polizia, favorita dal confidente Dino Segre (in arte Pitigrilli), conduce all’arresto di più di 200 persone tra le quali Augusto Monti, Michele Giua, Vittorio Foa, Vindice Cavallera, Norberto Bobbio, Massimo Mila, Cesare Pavese, Franco Antonicelli, Piero Luzzatti, Carlo levi, Ludovico Geymonat e Giulio Einaudi. Viene, così, smantellato il nucleo di Giustizia e Libertà operante nel capoluogo piemontese.
A Mosca, viene confermata la politica di alleanza con le altre forze dell’antifascismo, che porterà ai “fronti popolari”.
Si esclude ogni responsabilità italiana nell’incidente di Ual Ual e, al tempo stesso, ogni intenzione aggressiva da parte del governo abissino.
Il grosso della squadra navale britannica viene inviato nel Mediterraneo, a scopo intimidatorio. L’Italia reagisce, schierando nuove truppe al confine egiziano.
L’organismo, appositamente costituito in seno al Consiglio, suggerisce un ampio programma di riforme che l’Etiopia dovrebbe attuare sotto il controllo di tecnici europei, in massima parte italiani. Tre giorni dopo, Mussolini respinge il piano, in quanto inadeguato ai “diritti e interessi vitali” di Roma.
Mobilitazione generale in Etiopia.
Inizia l’invasione dell’Etiopia. Il 6 ottobre cade Adua, il 15 Axum, l’8 novembre cade anche Macallè.
Cinquantuno Stati sui cinquantaquattro partecipanti all’assemblea della Società delle Nazioni votano l’embargo su armi e materiali strategici nei confronti dell’Italia, dichiarata Paese aggressore. Non sono, però, sottoposte a limitazioni le vitali forniture di carbone, petrolio e acciaio. All’embargo si oppongono solo Austria, Ungheria e Albania.
Il generale Pietro Badoglio sostituisce Emilio De Bono al comando delle operazioni militari in Abissinia.
I ministri degli Esteri francese e britannico sottopongono a Mussolini la bozza di una soluzione diplomatica al conflitto in Etiopia: l’Italia otterrebbe acquisizioni territoriali e il diritto alla penetrazione economica in territori che rimarrebbero sotto la sovranità formale del Negus. Il capo del fascismo oppone un deciso rifiuto.
La popolazione italiana è invitata a donare le fedi nuziali per sostenere lo sforzo bellico del Paese. L’iniziativa frutta allo Stato più di 500 milioni di lire e vede la partecipazione di noti intellettuali: Benedetto Croce offre la medaglia da senatore e Luigi Pirandello quella del premio Nobel.
Nel mese di febbraio, si svolgono tre importanti battaglie che si risolvono in sconfitte per le truppe abissine: la battaglie dell’Amba Aradam, di Tembien e di Scirè.
In aperta violazione del trattato di Versailles e del patto di Locarno, le truppe tedesche si schierano lungo i confini con Francia e Belgio. Le potenze occidentali condannano il gesto, ma non prendono contromisure concrete, anche a causa della netta opposizione italiana.
Il Negus dell’Etiopia Hailè Selassiè si imbarca a Gibuti, diretto in Inghilterra.
Il generale Badoglio fa il suo ingresso nella capitale abissina.
Con Galeazzo Ciano agli Esteri si rinforza la tendenza filotedesca all’interno del governo fascista.
La Società delle Nazioni abroga le sanzioni contro l’Italia, votate nel novembre del 1935.
La Gran Bretagna ritira dal Mediterraneo la Home Fleet.
La Germania si impegna a non interferire negli affari interni della repubblica danubiana, in cambio della concessione dell’amnistia per i nazisti coinvolti nel putsch del luglio 1934. Il Cancelliere Kurt von Schuschnigg è costretto a scendere a patti con Hitler, in conseguenza del riavvicinamento italo-tedesco, che lo priva della protezione accordataglidsa Mussolini, ma tenta ugualmente di mantenere l’indipendenza dell’Austria.
I reparti militari dell’esercito d’Africa agli ordini del generale Francisco Franco, sostenuti da falangisti, monarchici e chiesa cattolica, si rivoltano a Melilla contro il governo di Fronte popolare. Nei giorni successivi, la sedizione si estende all’intera penisola, ma le milizie popolari, armate dopo molte esitazioni dal capo del gabinetto repubblicano José Giral, riescono a contenere il tentativo di golpe, conservando il controllo della maggior parte del Paese con le principali città (Madrid, Barcellona, Valencia) e dando vita ad un radicale esperimento rivoluzionario.
Hitler accetta le richieste di forniture militari avanzategli dai ribelli spagnoli guidati da Francisco Franco, mentre Mussolini, in ottemperanza a precedenti accordi siglati con emissari monarchici spagnoli, autorizza l’invio a Melilla di aerei da guerra, armi e munizioni.
L’XI edizione dei giochi olimpici si svolge a Berlino e si traduce in una vetrina propagandistica per il regime nazista.
La sezione italiana della colonna anarco-sindacalista spagnola “Ascaso”, formata da antifascisti italiani accorsi in Catalogna per difendere la repubblica e la rivoluzione, riceve il battesimo del fuoco sul fronte aragonese, sventando un attacco falangista a prezzo di gravi perdite. Nella Ascaso vi militano, tra gli altri, Camillo Berneri, Carlo Rosselli e Mario Angeloni.
L’organismo si riunisce a Londra con l’apparente proposito di evitare un’escalation militare nel conflitto spagnolo. In realtà, la decisione di non consentire la vendita di armi a nessuna delle due parti in causa, manifesta il malcelato proposito di pervenire allo strangolamento della Repubblica. Mentre, infatti, i ribelli ricevono cospicui e continui rifornimenti da Italia, Germania e Portogallo, le forze popolari vengono private della possibilità di acquistare il materiale bellico di cui hanno disperato bisogno, nonché pieno diritto, in quanto rappresentanti di un governo legale.
Viene firmato fra i due Paesi un accordo economico e finanziario. Si allentano il legami tra il regno balcanico e la Francia.
I ministri degli Esteri Ciano e von Neurath siglano, nella capitale tedesca, un protocollo che impegna i rispettivi Paesi a collaborare in diversi ambiti, quali la lotta al bolscevismo, l’intervento militare in Spagna e il problema austriaco.
Socialisti, comunisti e repubblicani costituiscono il battaglione – poi brigata – Garibaldi, inquadrato nelle Brigate Internazionali. Si tratta di un corpo di volontari antifascisti, impegnato nella difesa della Repubblica spagnola. Il reparto italiano partecipa alla battaglia di Madrid e a tutti i successivi combattimenti della guerra, inquadrando più di 3.000 connazionali.
Hitler e Mussolini riconoscono il regime di Francisco Franco e aumentano anche il coinvolgimento militare nel teatro bellico iberico, attraverso l’invio di truppe regolari.
Italia e Regno Unito firmano un accordo con il quale si impegnano a mantenere lo status quo nel Mediterraneo, riconoscendo i reciproci interessi nell’area.
In seguito ad un attentato fallito contro il generale Rodolfo Graziani, le truppe di occupazione italiane compiono un terribile massacro nella capitale abissina. Successivamente, lo stesso Graziani ordina un raid all’interno del monastero copto di Debrà Libanòs, che porta all’uccisione di centinaia di religiosi e religiose accusati di complicità nell’atto terroristico. Le stime vanno dai 450 ai 1.400 morti.
I reparti italiani schierati a sostegno di Franco subiscono una pesante sconfitta ad opera delle truppe repubblicane, tra le quali si distingue il battaglione Garibaldi delle Brigate internazionali.
La Jugoslavia si accorda con l’Italia per il mantenimento dello status quo nell’Adriatico. L’allentamento dei tradizionali legami dello Stato balcanico con la Francia sancisce, implicitamente, la fine della Piccola Intesa.
Il provvedimento sancisce una rigida separazione tra le due categorie, con divieto di contrarre matrimoni misti.
Viene inaugurata a Roma Cinecittà, la città del cinema.
L’intellettuale comunista, gravemente malato, si spegne a Roma. Era tornato in libertà da soli sei giorni, dopo più di dieci anni di carcere.
I due militanti anarchici Camillo Berneri e Francesco Barbieri, combattenti in Spagna nella “Sezione Italiana” della colonna anarco-sindacalista “Ascaso”, sono prelevati nella loro abitazione di Barcellona e uccisi a sangue freddo, durante i “fatti di maggio” che sconvolgono il capoluogo catalano.
I due fratelli Rosselli trovano la morte a Bagnoles-sur-l’Orne per mano del CSAR, organizzazione terroristica francese di estrema destra. I mandanti dell’omicidio vengono individuati all’interno del SIM italiano, che agisce su direttive governative.
Italia e Germania, accusate dall’URSS di atti di pirateria nel Mediterraneo, ottengono il diritto di istituire pattuglie navali nelle acque spagnole, insieme a Francia e Regno Unito. L’Unione sovietica ne resta esclusa.
Mussolini intraprende un viaggio di cinque giorni in Germania, per conferire con Hitler.
L’Italia aderisce al Patto Anticomintern, contro l’Unione Sovietica, firmato a Berlino il 25 novembre 1936 tra Germania nazista e Impero giapponese.
L’Italia esce dalla Società delle Nazioni.
Le truppe tedesche occupano lo stato danubiano su richiesta del nuovo Cancelliere, il nazionalsocialista Arthur Seyss-Inquart, salito al potere per volontà di Hitler dopo le dimissioni di von Schuschnigg.
L’Austria è formalmente unita al Reich tedesco. Il successivo referendum del 10 aprile, svoltosi in un clima di aperta intimidazione nei confronti degli oppositori al regime, conferma l’annessione.
Mussolini si impegna a ritirare dalla Spagna i “volontari” italiani dopo la fine delle ostilità, in cambio del riconoscimento da parte britannica dell’annessione dell’Etiopia.
Il fuhrer inizia una visita ufficiale in Italia che si protrae fino al 9 del mese, ricevendo una calorosissima accoglienza da parte del regime fascista.
Il documento è opera di un gruppo di patologi, psichiatri e antropologi. Viene pubblicato sul “Giornale d’Italia”. Il segretario del PNF Achille Starace li riceve in pompa magna.
Viene revocata agli ebrei la cittadinanza italiana, se ottenuta dopo il 1918. Gli ebrei stranieri vengono espulsi, esclusi dall’insegnamento in tutte le scuole statali, raggruppati in sezioni speciali nelle scuole primarie e viene fatto loro divieto di frequentare quelle secondarie.
I rappresentanti di Germania, Italia, Francia e Regno Unito si incontrano in Baviera per decidere il destino della Cecoslovacchia, che non viene invitata all’incontro al pari dell’Unione Sovietica. Su proposta di Mussolini, si delibera l’annessione al Reich del territorio dei Sudeti, accogliendo così in pieno le richieste tedesche. Altre modifiche territoriali in favore di Polonia e Ungheria sanciscono lo smembramento della repubblica centroeuropea.
La Libia diviene parte integrante dell’Italia.
20.000 coloni partono da Genova alla volta di Tripoli.
Gli ebrei non possono contrarre matrimoni con gli “ariani”, sono esclusi dal servizio militare e dalla pubblica amministrazione e sottoposti a limitazioni nelle attività economiche.
Il Regno unito riconosce l’annessione italiana dell’Etiopia.
Direttive governative prevedono la sostituzione della Camera dei deputati con la Camera dei fasci e delle corporazioni, a partire dal gennaio successivo.
Il regime intensifica lo scontro con la Francia, avanzando rivendicazioni territoriali nei confronti di Gibuti, Tunisia, Corsica, Nizza e Savoia.
La nuova assemblea è composta dai membri del Consiglio nazionale del PNF, del Consiglio nazionale delle corporazioni e del Gran consiglio del fascismo. Ne consegue, la definitiva abolizione di ogni carica politica elettiva.
Viene stabilito l’obbligo di matrimonio per l’avanzamento nelle carriere statali.
Le retribuzioni dei lavoratori aumentano del 5-10%.
Nei giorni precedenti, i reparti italiani occupano Alicante, ultima città in mano repubblicana, sancendo il definitivo trionfo del generale Franco, che rimarrà al potere fino alla morte, avvenuta nel 1975.
Dopo il rifiuto da parte di re Zog di un ultimatum di Mussolini, che sollecitava ampissime concessioni, l’esercito italiano invade il Paese, che cessa di esistere come Stato indipendente: Vittorio Emanuele III ne assume la corona, con Francesco Jacomoni come luogotenente generale.
I ministri degli Esteri Ciano e von Ribbentrop stipulano, a Berlino, una strettissima alleanza militare che impegna ciascuno dei due contraenti ad intervenire automaticamente in un conflitto, che veda coinvolto l’altro firmatario.
Germania e URSS firmano un patto di non aggressione della durata di dieci anni. L’annesso protocollo segreto prevede la spartizione dell’Europa orientale in due sfere di influenza, una tedesca (Polonia occidentale e Lituania) e una sovietica (Polonia orientale, Finlandia, Estonia, Lettonia e Bessarabia).
Dopo l’ ”incidente di Gleiwitz” architettato dai nazisti, le forze tedesche attaccano la Polonia, sconfiggendola in pochi giorni. L’Italia si dichiara “non belligerante”.
Francia e Regno Unito dichiarano guerra alla Germania.
L’invasione della Polonia da parte delle truppe sovietiche viene giustificata dal pretesto di proteggere le minoranze bielorusse e ucraine, dopo il collasso dell’apparato statale, provocato dalla sconfitta militare.
In vista delle esigenze della produzione bellica, la settimana lavorativa viene riportata a 48 ore.
Rodolfo Graziani riceve la nomina a capo di Stato Maggiore dell’Esercito.
Inizia il razionamento dei prodotti di consumo.
Inquadramento di 132 battaglioni di camicie nere nei reparti regolari dell’Esercito.
Hitler e Mussolini si incontrano al passo del Brennero per discutere l’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania.
In questo documento, Mussolini espone i suoi progetti bellici, che prevedono una strategia difensiva su tutti i fronti, ad eccezione di quelli etiopico e marittimo.
L’attacco precede di poche ore un’analoga operazione anglo-francese e si conclude con un successo delle forze del Reich pagato, però, a caro prezzo, soprattutto in termini di naviglio di superficie. Alla fine del mese, reparti alleati riescono a riconquistare Narvik, per poi essere costretti ad evacuarla ai primi di giugno, a causa del pessimo andamento delle operazioni sul fronte francese, che rende necessario il richiamo in patria di tutte le forze disponibili.
Le divisioni corazzate germaniche aggirano la linea Maginot, attraversando la foresta delle Ardenne. Sfondano le difese francesi a Sedan e raggiungono rapidamente la Manica, tagliando in due lo schieramento alleato.
Il BEF (corpo di spedizione britannico nelle Fiandre) riesce a completare l’evacuazione della testa di ponte Dunkerque, portando con sé circa 120.000-130.000 soldati francesi e belgi, grazie ad un ordine di Hitler, che il 24 maggio blocca le operazioni offensive tedesche contro la sacca alleata.
L’Italia dichiara guerra a Francia e Regno Unito.
La flotta francese bombarda Genova.
Tale accordo, fortemente voluto dal capo del Governo di Bordeaux Philippe Pétain, pone fine alle ostilità tra Francia e Germania, sancendo l’occupazione militare di gran parte dell’éxagone da parte della Wehrmacht. Poco dopo, lo stesso maresciallo assume i pieni poteri in quel che resta del Paese, dando inizio a un regime clerical-fascista e collaborazionista, con sede a Vichy.
Viene firmato tra Italia e Francia. A causa del fallimento dell’offensiva alpina, Mussolini ottiene unicamente la città di Mentone e l’utilizzo del porto di Gibuti.
Lo scontro tra le flotte britannica e italiana si conclude senza vincitori, né vinti.
Le truppe italiane completano l’occupazione della Somalia britannica.
Il regio esercito invade l’Egitto, giungendo dopo tre giorni a Sidi Barrani, ma invece di proseguire le operazioni, il generale Rodolfo Graziani decide di fermarsi a costruire campi trincerati.
Italia, Germania e Giappone si impegnano a edificare insieme un “nuovo ordine” in Europa e Asia.
Mussolini invia un ultimatum al dittatore greco Metaxas, che risponde con il celebre “No”. In realtà, le sue parole furono “Alors c’est la guerre”. Di conseguenza, le forze italiane varcano il confine albanese, penetrando per alcuni chilometri nell’Epiro.
Aerosiluranti britannici bombardano la base italiana, affondando la corazzata Cavour e danneggiando gravemente la Littorio e la Duilio.
Il nuovo scontro tra le flotte italiana e inglese si risolve in un nulla di fatto.
Le divisioni elleniche sopraffanno le forze italiane e conquistano Korce, Sarande e Pogradec, estendendo il loro controllo ad un terzo del territorio albanese.
Il contrattacco britannico porta alla caduta dell’intera Cirenaica, compresa l’importante base di Tobruk, e alla cattura di circa 1.200.000 soldati italiani.
Il reparto corazzato tedesco guidato da Erwin Rommel giunge in aiuto degli italiani, in rotta.
Genova subisce un bombardamento navale da parte della flotta britannico.
Le truppe sudafricane conquistano Mogadiscio.
La Bulgaria aderisce al Patto Tripartito.
I reparti italo-tedeschi lanciano una controffensiva in Cirenaica.
La Jugoslavia aderisce al Patto Tripartito.
Un gruppo di ufficiali serbi rovescia il governo Cvetkovic e depone il reggente Pavle, proclamando maggiorenne re Petar II sotto la tutela del generale Simovic, nuovo Primo ministro.
La flotta britannica affronta in combattimento notturno quella italiana, affondando tre incrociatori pesanti e due cacciatorpediniere, e riportando una netta vittoria.
Gli italo-tedeschi riconquistano la città di Bengasi.
L’Asse invade la Jugoslavia: la Luftwaffe apre le ostilità con un terribile bombardamento su Belgrado. Nei giorni successivi, gli eserciti tedesco, italiano, ungherese e bulgaro occupano rapidamente l’intero Paese. Il 17 la Jugoslavia si arrende.
Attacco alla Grecia: la Wehrmacht oltrepassa il confine bulgaro e dilaga nella penisola ellenica, travolgendo il corpo di spedizione britannico.
Irregolari abissini e truppe del Commonwealth si impadroniscono della capitale dell’Etiopia.
L’esercito greco dichiara la resa.
La quinta divisione corazzata tedesca entra ad Atene e costringe alla fuga via mare il contingente alleato.
Aimone di Savoia-Aosta assume il titolo di re di Croazia con il nome di Tomislav II. Lo Stato indipendente, di recente costituzione, a Zagabria resta saldamente nelle mani del movimento fascista degli Ustasa, capeggiato da Ante Pavelic.
Paracadutisti tedeschi scendono su Creta, ingaggiando durissimi scontri con i reparti neozelandesi e i partigiani greci. Il 1° giugno la conquista dell’isola è completata, sia pure al prezzo di perdite elevatissime.
Gli Stati Uniti rompono le relazioni diplomatiche con Germania e Italia.
Le divisioni corazzate tedesche penetrano profondamente in territorio sovietico, sfruttando l’effetto sorpresa e l’impreparazione militare dell’esercito avversario, decimato dalle “purghe” staliniane degli anni precedenti.
Mussolini invia il Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR), composto da 62.000 uomini, a supporto dell’invasione tedesca. Partecipano anche truppe finlandesi, slovacche, ungheresi e rumene.
La Wehrmacht realizza la più grande operazione di accerchiamento della storia, catturando in una sacca intorno alla capitale ucraina, circa 660.000 soldati sovietici. La deviazione strategica mette, però, a repentaglio le speranze di prendere Mosca prima dell’arrivo dell’inverno.
Gli italo-tedeschi, colti di sorpresa, sono costretti ad abbandonare l’assedio di Tobruk e successivamente l’intera Cirenaica, ripiegando sulle posizioni di partenza (El-Agheila).
I governi di Berlino, Tokyo e Roma confermano l’alleanza contro l’URSS per altri cinque anni.
Gondar, l’ultimo caposaldo italiano in Africa Orientale, cade in mano britannica.
Le truppe del fuhrer giungono a 17 chilometri dalla capitale dell’URSS, ma sono costrette a sospendere l’offensiva, a causa della fortissima resistenza sovietica e dei rigori del clima.
L’aviazione di marina giapponese attacca la principale base statunitense nel Pacifico, infliggendo ingentissime perdite alla flotta ivi ormeggiata, ma mancando il fondamentale obiettivo strategico della distruzione delle portaerei, quel giorno assenti dal porto delle Hawaii.
Germania e Italia dichiarano guerra agli Stati Uniti d’America, in ottemperanza agli impegni previsti dal Patto Tripartito.
Incursori italiani, a bordo di tre siluri a lenta corsa, penetrano nel porto egiziano e affondano le navi da battaglia britanniche Queen Elizabeth e Valiant.
Nel mese di febbraio, 200.000 lavoratori italiani vengono inviati in Germania. Inoltre, Mussolini decide l’ampliamento a 10 divisioni del contingente inviato a combattere contro l’URSS, per un totale di 230.000 uomini. Ne modifica la denominazione in Armata Italiana in Russia (ARMIR).
L’esercito giapponese si impadronisce della “Gibilterra d’Oriente”, catturando circa 80.000 soldati dell’Impero britannico.
La Marina imperiale nipponica affonda 5 incrociatori e 4 cacciatorpediniere alleate. Il Sol Levante dilaga in Birmania e Indonesia.
La flotta statunitense del Pacifico, pur riportando perdite molto superiori a quelle nemiche, riesce ad impedire l’occupazione giapponese della base di Port Moresby, in Nuova Guinea.
Il contingente dell’Asse, attestato in Libia, infrange le difese britanniche e marcia alla volta di Tobruk.
Uno degli scontri decisivi della guerra nel Pacifico si risolve in una netta vittoria degli Stati Uniti, che affondano le portaerei nipponiche Akagi, Kaga, Hiryu e Soryu, perdendo la sola Yorktown.
Tobruk si arrende davanti alle truppe italo-tedesche.
La Wehrmacht intraprende un attacco in grande stile nelle pianure della Russia meridionale, in direzione del Volga e del Caucaso. Dopo travolgenti successi iniziali, l’operazione si arresta in settembre a Stalingrado, strenuamente difesa dall’Armata Rossa.
Il contingente guidato da Rommel raggiunge El-Alamein, distante solo un centinaio di chilometri da Alessandria d’Egitto e dal delta del Nilo, ma è costretto ad arrestarsi a causa delle difficoltà nei rifornimenti di carburante.
I Marines sbarcano a Guadalcanal, isola strategica dell’arcipelago delle Salomone. Da qui, parte il contrattacco alleato nel teatro del Pacifico.
Le truppe dell’Asse tentano lo sfondamento del fronte egiziano, ma vengono respinte.
Ha inizio della controffensiva britannica in Egitto.
Un corpo di spedizione anglo-americano al comando di Eisenhower sbarca in Marocco e Algeria, incontrando una resistenza simbolica da parte delle forze armate di Vichy, che si affrettano a cambiare campo e a ricongiungersi agli Alleati.
I reparti britannici riconquistano Tobruk.
Dopo tre giorni di combattimenti, l’armata tedesca di Von Paulus subisce il completo accerchiamento da parte delle truppe sovietiche, prodromo di un lungo assedio.
L’esercito sovietico investe il settore dell’ansa del Don, provocando il pressoché totale annientamento del contingente italiano e di altre cinque armate (due tedesche, due rumene e una ungherese). Inizia la lunga e tragica ritirata dalla Russia.
Il celebre fisico serbo viene ritrovato privo di vita in una camera d’albergo a New York.
Roosevelt e Churchill pianificano l’invasione dell’Italia, allo scopo di indebolire il Reich.
Il capoluogo libico è occupato dalle truppe britanniche, provenienti dall’Egitto.
La VI armata tedesca, al comando di Von Paulus, si arrende ai sovietici.
I Marines statunitensi completano l’occupazione dell’isola, neutralizzando le ultime sacche di resistenza giapponese.
L’esercito americano subisce una netta sconfitta ad opera dell’Afrikakorps di Rommel, schierato a difesa del litorale tunisino.
I lavoratori delle fabbriche del nord Italia incrociano le braccia, in opposizione al regime.
Gli alleati occupano Biserta e Tunisi.
Le forze tedesche e italiane in Africa dichiarano la resa.
Il più grande scontro di carri armati della storia, si conclude con una grande vittoria sovietica.
Reparti alleati prendono terra nel sud dell’isola.
Roma viene bombardata ad opera di bombardieri statunitensi delle forze aeree alleate, guidati dal generale James Doolittle.
I bombardieri alleati attaccano Amburgo, provocando almeno 30.000 morti.
Il Gran Consiglio vota un ordine del giorno contrario a Mussolini, che poco dopo subisce l’arresto per ordine del re, il quale affida il potere a Pietro Badoglio.
L’Italia si arrende agli alleati.
Il generale Eisenhower annuncia la resa italiana. Conseguenza ne è il disfacimento delle forze armate, rimaste senza ordini e senza comandi.
Il re e il generale Badoglio fuggono a Pescara, mentre gli alleati sbarcano a Taranto e a Salerno.
I paracadutisti tedeschi atterrano indisturbati sul Gran Sasso, prendono in consegna l’ex duce e lo portano in Germania.
Il nuovo Stato è costituito e guidato da Mussolini ed è alleato dei tedeschi.
A Napoli scoppia un’insurrezione popolare.
L’Italia dichiara guerra alla Germania.
Gli alleati raggiungono la Linea Gustav, linea fortificata voluta da Hitler che divideva in due la penisola italiana.
L’atollo fa parte delle isole Gilbert, sotto occupazione giapponese.
Stalin, Roosevelt e Churchill concordano le modalità dell’apertura del secondo fronte, il sostegno al movimento partigiano di Tito e la creazione dell’ONU.
Nasce la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Il Tribunale Speciale della Repubblica Sociale Italiana condanna a morte 18 membri del Gran Consiglio del fascismo (di cui 13 latitanti), che il 25 luglio del 1943 avevano votato l’ordine del giorno contro Mussolini. La sentenza sarà eseguita il giorno seguente, mediante fucilazione alle spalle.
La RAF sgancia 2.300 tonnellate di esplosivi sulla capitale tedesca.
Gli anglo-americani tentano, senza successo, di prendere alle spalle i capisaldi difensivi tedeschi, attestati sulla Linea Gustav.
Dopo 872 giorni di blocco, le truppe sovietiche liberano i dintorni della città, dalle forze tedesche e finlandesi.
L’arcipelago polinesiano, sotto mandato giapponese, è occupato dagli statunitensi.
L’aviazione alleata rade al suolo l’antica abbazia, sulle cui macerie si attestano gli uomini della Wehrmacht, mentre le truppe di terra subiscono un nuovo rovescio, nel tentativo di operare uno sfondamento.
Il Vesuvio erutta, provocando ingenti danni alle abitazioni civili dei comuni circostanti e alle strutture militari statunitensi e britanniche.
Un ordigno esplosivo, collocato da partigiani romani, uccide 33 soldati altoatesini del reggimento Bozen.
Il comando tedesco ordina l’eccidio di 335 prigionieri italiani, come rappresaglia per l’attentato del giorno precedente in via Rasella. L’esecuzione del massacro spetta alle SS di Kappler e Priebke.
Palmiro Togliatti annuncia l’abbandono della pregiudiziale repubblicana da parte del PCI, nell’ottica di una strategia di unità nazionale antifascista.
I tedeschi effettuano un rastrellamento nella borgata romana del Quadraro, considerata covo dei partigiani.
L’esecutivo di unità nazionale, affidato al generale Pietro Badoglio, comprende anche rappresentanti comunisti.
L’armata sovietica riconquista Sebastopoli, il porto più importante della Crimea.
I reparti coloniali francesi infrangono la Linea Gustav, mentre i polacchi conquistano Montecassino.
Gli Alleati entrano a Roma e liberano la capitale dall’occupazione nazifascista.
Gli angloamericani sbarcano sulle spiagge della Normandia.
Nel piccolo villaggio francese, le SS trucidano 642 persone, compresi 205 bambini.
Segna una grande vittoria navale statunitense contro la flotta giapponese.
L’esercito sovietico infligge una pesantissima disfatta alla Wehrmacht, portando a compimento la liberazione del territorio nazionale.
Un gruppo di cospiratori, guidato da Claus von Stauffenberg, colloca un ordigno esplosivo del rifugio del fuhrer, che riesce miracolosamente a salvarsi.
I rappresentanti di 44 stati economicamente associati agli Alleati, o schierati con essi, firmarono tali accordi con lo scopo di creare un sistema monetario internazionale basato su tassi di cambio stabili, politiche nazionali di pieno impiego e cooperazione, al fine di evitare gli errori commessi nel periodo fra le due guerre. Fra i partecipanti, anche l’URSS.
Le SS massacrano 500 civili.
Il partigiano italiano è catturato e subito impiccato dai tedeschi.
Con l’arrivo degli Alleati, scoppia l’
Dopo giorni di scontri, la guarnigione tedesca guidata dal generale Dietrich von Choltitz dichiara la resa. Il generale Charles de Gaulle prende il controllo della città.
I sovietici entrano a Bucarest.
Il missile V2 fu il precursore di tutti i missili balistici e con essi i tedeschi colpiscono Londra.
Una rappresaglia nazifascista provoca 770 vittime civili.
Le forze dell’Armata Rossa sostenute dalle forze jugoslave dell’Esercito popolare di liberazione di Tito, liberano la città dall’occupazione nazifascista.
Ennesima disfatta della flotta giapponese.
La Wehrmacht riesce a sfondare nel Belgio meridionale, prima di essere fermata dagli statunitensi a Bastogne.
Le truppe sovietiche entrano nel campo di concentramento, ubicato nella Polonia meridionale. Dal 2005 questo giorno viene commemorato come “Giorno della Memoria”.
Stalin, Roosevelt e Churchill si riuniscono nella cittadina balneare della Crimea, per stabilire i nuovi assetti mondiali.
Un bombardamento a tappeto anglo-americano rade al suolo la città tedesca, causando la morte di decine di migliaia di persone, tra le quali moltissimi profughi di guerra.
La capitale giapponese, costruita quasi interamente in legno, è distrutta mediante napalm dai raid aerei dell’USAF. Incalcolabile il numero delle vittime.
Al Cairo, in Egitto, viene fondata la Lega Araba che riunisce i Paesi arabi del Nord Africa e della penisola arabica.
Gli Alleati iniziano l’offensiva finale in Italia, assaltando la Linea Gotica.
In Italia, i partigiani aderenti al CLNAI liberano le principali città del nord della Penisola, lanciando scioperi e suscitando un’insurrezione generale antifascista.
Lo stesso giorno, le avanguardie delle armate statunitensi e sovietiche, che assediavano la Germania da est e da ovest, si incontrano a Torgau sul fiume Elba, infliggendo la sconfitta definitiva a ciò che restava delle truppe della Wehrmacht e delle SS.
L’ex duce e capo della Repubblica Sociale Italiana viene fermato e arrestato a Dongo da uomini della 52° Brigata Garibaldi, mentre tenta di fuggire in Svizzera.
L’esecuzione ha luogo a Giulino di Mezzegra, in provincia di Como.
Le truppe tedesche in Italia proclamano la resa incondizionata.
I reparti sovietici conquistano l’ultimo baluardo nazista a Berlino. Hitler sceglie il suicidio.
L’esercito jugoslavo entra a Trieste e occupa la città.
L’ammiraglio Karl Dönitz firma la resa delle forze armate del Reich.
I vincitori della Seconda Guerra Mondiale sanciscono la divisione della Germania in quattro zone di influenza.
Il B-29 Enola Gay sgancia la prima bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima, provocando circa 200.000 vittime civili.
Il secondo attacco atomico statunitense sul suolo nipponico viene sferrato a Nagasaki e causa circa 80.000 morti.
L’URSS rompe il patto di non aggressione con il Giappone e dà inizio ad una travolgente offensiva, che porta in pochi giorni i suoi mezzi corazzati fino in Corea.
David Ben-Gurion lancia una campagna terroristica in Palestina.
La firma della resa nipponica, a bordo della corazzata Missouri, pone fine alla Seconda Guerra Mondiale.
Il generale Juan Domingo Perón prende il potere in Argentina, con un colpo di Stato.
Il primo governo della Repubblica italiana è guidato da Alcide De Gasperi.
Viene proclamata la seconda Repubblica in Austria.
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