Descrizione
L’autore presenta la figura di Mario Roatta, ricostruendone la carriera dalla prima guerra mondiale a capo del Servizio Informazioni Militari (SIM) tra il 1934 e il 1939, alla guerra civile in Spagna dove fu comandante del Corpo Truppe Volontarie Italiane che affiancarono Francisco Franco, fino alle operazioni nella Jugoslavia occupata, dove si rese responsabile di repressioni, fucilazioni, rappresaglie e deportazioni contro civili e partigiani. Caduto il fascismo, fu nominato Capo di Stato Maggiore dal governo Badoglio, ed emanò la cosiddetta “circolare Roatta” per l’ordine pubblico in Italia, da cui scaturirono dure repressioni delle forze dell’ordine contro la popolazione civile. Dopo la proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943, seguì il re e Badoglio nella fuga da Roma verso Brindisi.
Nonostante la richiesta di un processo per crimini di guerra da parte del governo jugoslavo, Roatta non rispose mai dinanzi a un tribunale nazionale o internazionale della sua condotta nei Balcani.
Processato per le attività criminali del SIM, fuggì dall’ospedale militare “Virgilio” pochi giorni prima della condanna, nel marzo 1945, riparando in Spagna. L’amnistia del 1946 e il proscioglimento dalle accuse nel 1948 lo resero un cittadino libero.
Il caso Roatta rappresentò uno dei passaggi di maggior significato nel quadro dei decisivi anni della transizione italiana dal regime fascista a quello post-fascista, rendendo manifesto come la “continuità dello Stato” ed il quadro internazionale, caratterizzato dalla Guerra fredda, segnarono una pesante ipoteca sull’atto di nascita della Repubblica democratica nata dalla Resistenza.