Secchia Pietro
Nato a Occhieppo (Vc) il 19.12.1903.
Nella Gioventù socialista dal 1919. Licenziato politico dal lavoro nel 1920 e nel 1922. Nel 1921 entra nel PCd’I e diviene uno dei più tenaci organizzatori. “Di intelligenza pronta, comunista fanatico” è condannato a 3 mesi di carcere nel dicembre 1922, a uguale pena nel giugno 1925 per incitamento all’odio di classe.
Un’altra condanna a 9 mesi e 10 giorni nell’aprile 1926 per propaganda antifascista. Assegnato al confino per 5 anni in contumacia nel novembre 1926, continua l’attività in Italia e all’estero.
Nel marzo 1930 la sua posizione “per la svolta” (cioè per l’adeguamento alla direttive dell’Internazionale comunista) è determinate per l’espulsione dalla direzione del Partito comunista degli oppositori (Ravazzoli, Leonetti, Tresso).
Arrestato nell’aprile 1931 nel corso di missione in Italia, è deferito al Tribunale Speciale. Sia durante l’istruttoria che in aula “fa spavalde dichiarazioni di fede comunista”. Condannato a 17 anni e 9 mesi di carcere il 28.1.1932. Sconta la pena a Lucca e a Civitavecchia.
A fine pena per amnistia, il 3.4.1936, viene inviato al confino (Ponza e Ventotene) in base all’assegnazione del 1926.
Al termine, viene riassegnato per 5 anni. Liberato nell’agosto 1943. Con Luigi Longo è il principale animatore comunista della Resistenza.
Segretario organizzativo del PCd’I nel 1945, membro della Consulta e parlamentare nelle successive legislature, muore il 7.7.1973.