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Bardini Vittorio

Roma, dicembre 1947. Da sinistra: Vittorio Bardini, Ilio Barontini, Walter Audisio e Francesco Moranino.
Bardini (al centro della foto sotto il ragazzo seduto sul cannone) in Spagna negli anni della guerra civile

Nato a Sovicille (Si) il 15.9.1903.

Prima socialista, diventa poi comunista nel 1921 e lotta contro gli squadristi fascisti partecipando a diversi scontri armati. Arrestato per ricostituzione del PCd’I e cospirazione il 23.6.1927, viene condannato a 8 anni di reclusione che sconta a Pallanza.

Liberato l’11.11.1932 per l’amnistia del decennale, nel 1935 espatria clandestinamente verso la Francia. Qui il Centro estero del PCd’I lo invia alla scuola militare dell’Urss fino al suo ritorno, quando partecipa alla guerra di Spagna come ufficiale nella brigata Garibaldi. Ritornato in Francia, viene rinchiuso nel campo di internamento di Vernet fino alla sua consegna alle autorità fasciste nel 1942.

Condannato dalla commissione provinciale il 21.8.1942 a 5 anni di confino e inviato a Ventotene, viene liberato il 20 agosto 1943 con la caduta del fascismo. Dopo l’8 settembre è tra gli organizzatori della Resistenza in Lombardia e comandante della III brigata GAP di Milano.

Catturato dalle SS il 18.2.1944, viene incarcerato a San Vittore e torturato. Trasferito a Fossoli nell’aprile del 1944 e quindi deportato a Mauthausen, nel 1945 è nel comitato italiano di direzione del campo liberato. Rientra in Italia dopo la liberazione.

Consigliere comunale a Siena dal 1946 e membro del comitato centrale del PCd’I dal 1945 al 1963, è per alcuni anni anche il segretario della Federazione comunista di Siena e poi segretario della federazione regionale della Toscana.

Deputato alla Costituente, è senatore di diritto e deputato dal 1953 al 1968. Muore il 30.5.1985.

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