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Cocchi Romano

Nato ad Anzola (Bo) il 6.3.1893.

Attivo dall’anteguerra, soprattutto nel mondo cattolico. Studia in seminario fino all’età di 22 anni e poi lascia: diventa segretario dell’on. Miglioli.

Viene ripetutamente condannato dal 1915 al 1922. Dal 1921 è iscritto al Partito comunista italiano e a Milano è direttore del giornale “Il Seme” e redattore de ”l’Unitài”.

Nel 1925 è tra i dirigenti comunisti a Roma. Colpito da mandato di cattura dopo le leggi eccezionali, ripara in Jugoslavia, poi a Vienna e infine in Francia. A Parigi, dal giugno 1927, è segretario della sezione italiana del Soccorso rosso. Viene inserito in Rubrica di Frontiera e nel Bollettino delle Ricerche.

Nel dicembre 1926 la commissione provinciale per il confino lo assegna per 5 anni in contumacia. èIl 9.3.1927 è spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti da parte del Giudice Istruttore per incitamento all’insurrezione.

Il 7.5.1927 è condannato in contumacia dal Tribunale Speciale a 12 anni per propaganda sovversiva tendente all’insurrezione e incitamento all’odio di classe. Nel 1928 viene espulso per attività comunista dal Paese transalpino ma vi rientra clandestinamente ed opere col resto dei fuoriusciti.

Nel 1930 si trova a Basilea dove dirige “Falce e Martello” ma ne nel 1933 è espulso anche dalla Svizzera: torna a lavorare in Francia.

Quando anche dalla Francia lo espellono, continua l’attività antifascista in Belgio e in Svizzera. Ma è costretto anche a lasciare la Confederazione elvetica e, di nuovo in Francia, si impegna in organizzazioni vicine al Partito Comunista d’Italia. Nel 1936 ecco Cocchi a Londra, per saggiare, con l’ex dirigente del Partito Popolare Italiano don Luigi Sturzo, la possibilità di un’azione unitaria tra comunisti e movimento antifascista cattolico.

Nel 1937 Romano Cocchi (con lo pseudonimo di Adami), è in Spagna, in appoggio alle Brigate Internazionali. Nel 1939 è tra i comunisti contrari al “patto Ribbentrop-Molotov” e viene espulso dal suo partito. Ciò non gli impedisce, naturalmente, scoppiata la guerra, di battersi con il maquis contro i tedeschi e i collaborazionisti francesi.

Viene catturato dai nazisti il 27 dicembre 1943 e deportato nel lager di Buchenwald. Resisterà tre mesi in condizioni terribili, poi fame e freddo avranno il sopravvento.

Romano Cocchi muore a Buchenwald il 28 marzo 1944.
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