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Di Vittorio Giuseppe

La mattina del 3 novembre 1957, poche ore prima di morire, Giuseppe Di Vittorio tiene questo discorso ai dirigenti e agli attivisti sindacali di Lecco.

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Nato a Cerignola (Fg) l’11.8.1892

Inizia l’attività sindacale a 13 anni, dopo aver iniziato a lavorare nei campi all’età di 8 anni perchè rimasto orfano: “di sveglia intelligenza e di limitatissima cultura, che ha acquisito leggendo continuamente giornali e opuscoli”.

Segretario del circolo socialista di Cerignola nel 1908, subisce il primo processo politico nel 1910. Nel 1914 è alla testa della Settimana rossa a Bari. Nel 1921-22, segretario della Camera del lavoro di Bari, dirige gli Arditi del popolo nella lotta armata contro i fascisti di Caradonna.

Eletto deputato nelle liste del Psi nel 1921, passa al PCd’I con la frazione terzinternazionalista. Subisce vari mesi di carcere nel 1925-26 nonostante l’immunità parlamentare.

Dichiarato decaduto da deputato nel novembre 1926, è colpito da mandato di cattura e ripara in Francia. Condannato in contumacia dal Tribunale Speciale il 7.5.1927 a 12 anni per propaganda sovversiva tendente all’insurrezione e incitamento all’odio di classe , è contemporaneamente assegnato al confino per 4 anni.

Dirigente politico e sindacale nell’emigrazione, viene segnalato a Mosca e Parigi. Alla fine del 1936 è Commissario Politico dell’11° Brigata internazionale in Spagna: ferito in combattimento. Nel 1939 dirige “La Voce degli italiani” a Parigi.

Arrestato nel febbraio 1941 dai francesi e consegnato alla polizia italiana: è confinato a Ventotene per 5 anni. Liberato nell’agosto 1943 (Il 29.7.1943, 4 giorni dopo la caduta del fascismo, il Questore di Foggia chiede al Ministero degli interni di “non rimettere in libertà Di Vittorio, pericoloso comunista schedato”).

Dal 1944 è Segretario generale della Confederazione generale italiana del lavoro. Deputato dell’assemblea costituente , è in seguito rieletto fino al 1953.

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