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Parri Ferruccio

Parri Ferruccio

Nato a Pinerolo (To) il 19.1.1890

“Di vivace intelligenza, pluridecorato nella prima guerra mondiale”, è collaboratore del Corriere della Sera e di vari periodici antifascisti, come Il Caffè.

Arrestato nel dicembre 1926 per favoreggiamento nell’espatrio clandestino di Filippo Turati, è confinato a Tremiti, Ustica e Lipari per 5 anni.

Nel settembre 1927 è condannato, sempre per la stessa accusa, a 10 mesi di reclusione. Liberato condizionalmente nel gennaio 1930 e diffidato.

Arrestato nuovamente nell’ottobre dello stesso anno per appartenenza a Giustizia e Libertà. La Commissione Istruttoria del Tribunale Speciale il 6 marzo del 1931 (è la prima sentenza contro il movimento Giustizia e Libertà) decreta per lui in non luogo a procedere, mentre invia alcuni degli altri coimputati come Ernesto Rossi, Riccardo Bauer ed altri al Tribunale Speciale.

Trattenuto in carcere, è nuovamente confinato a Lipari e Vallo della Lucania per 5 anni.

Liberato nel novembre 1932 per il decennale.

Arrestato nuovamente nel maggio 1942, è deferito al Tribunale Speciale che lo proscioglie per insufficienza di prove dopo 7 mesi di carcere.

Alla caduta di Mussolini egli sostenne immediatamente la necessità di prepararsi alla lotta armata e nel primo convegno del Partito d’Azione, tenutosi a Firenze nei primi giorni del settembre 1943, pur declinando l’invito a far parte dell’Esecutivo nazionale, dimostrò di fatto per la sua indiscussa autorità morale di essere il capo di fatto del Partito d’Azione.

Vice comandante con Luigi Longo del Corpo volontari della libertà, è arrestato dai nazisti nel gennaio 1945. Rimane loro prigioniero fino alla vigilia della Liberazione. Fallito un tentativo d’evasione, Parri fu salvato per intervento degli alleati.

Presidente del Consiglio dei ministri dal giugno al novembre 1945, diede vita al Movimento repubblicano democratico e poi fondò Unità popolare. Consultore nazionale.

Con questo movimento contribuì ad affossare la famosa legge truffa del 1953.

Dopo che Unità popolare confluiva nel Psi, fu eletto parlamentare nelle elezioni del 1958.

E’ senatore e vita dal 1963.

Sempre coerente con i principi dell’antifascismo, muore a Roma l’8.12.1981.

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