Pertini Alessandro
Nato a Stella (Sv) il 25.9.1896.
Ufficiale nella prima guerra mondiale, decorato con medaglia d’argento, nel 1918 si iscrive al Psi.
Giornalista, si impegna subito contro il fascismo. Arrestato nel maggio 1925 per diffusione di stampa antifascista, condannato a 8 mesi di reclusione.
Arrestato nel settembre 1926 per attività e propaganda antifascista, confinato per 5 anni con ordinanza della Commissione provinciale per il confino di.Genova, si rende irreperibile.
Nel dicembre 1926 organizza con altri la fuga dall’Italia di Filippo Turati, condannato in contumacia a 10 mesi di reclusione. Ripetutamente condannato anche in Francia, decide di rientrare in Italia; arrestato il 14.4.1929.
Il Tribunale Speciale lo condanna il 30.11.1929 a 10 anni e 9 mesi di detenzione: menomazione del prestigio nazionale all’estero e attività sovversiva.
Durante il processo, il presidente del Tribunale Speciale Tringali-Casanova informa personalmente Mussolini, con una nota del 2.12.1929 sull’andamento dell’udienza: “Processo a carico di Pertini Alessandro: Avvocato, socialista unitario. Già condannato e poi amnistiato nel 1925 per incitamento all’odio di classe. Già assegnato al confino di polizia nel 1926, espatriò con Filippo Turati il 12.12.1926. In Francia svolse, con scritti e conferenze, attività e propaganda sovversiva e antifascista. Nell’ottobre 1928 impiantò, persino, in Nizza, una stazione radiotelegrafica con la quale riuscì a propalare false notizie ai danni dell’Italia. In occasione del procedimento penale che per tale fatto subì in Francia, cercò di trasformare il dibattito in un comizio antifascista, chiamando a testimoni del “barbaro dominio” i più noti fuoriusciti. Nel marzo u.s. si allontanò dalla Francia ed attraverso la Svizzera, con passaporto falso, rientrò in Italia. Venne riconosciuto e arrestato a Pisa il 14 aprile u.s. “Antifascista fegatoso e spavaldo”, in udienza ha ammesso i fatti e dopo la sentenza ha gridato: “Viva il socialismo”. Condannato a 10 anni e 9 mesi di reclusione. F.to. Tringali Casanova”.
Sconta la pena a Santo Stefano, Turi e Pianosa. Rifiuta di associarsi alla domanda di grazia presentata dalla madre. A Pianosa fu condannato a 9 mesi e 24 giorni di reclusione per oltraggio a pubblico ufficiale. Scarcerato il 9.9.1935, ma inviato subito al confino in base all’assegnazione del 1926: Ponza, Tremiti, Ventotene. A fine pena riassegnato per 5 anni a Ventotene.
Liberato nell’agosto 1943. Arrestato nell’ottobre 1943 per organizzazione della Resistenza a Roma, condannato a morte, evade nel gennaio 1944. Tra i massimi esponenti del movimento partigiano in varie località, Medaglia d’oro al valor militare.
Nel dopoguerra segretario del Psiup, direttore dell’Avanti! e del Lavoro nuovo. Consultore nazionale, deputato in tutte le legislature successive, presidente della Camera dei Deputati, presidente della Repubblica dal 1978 al 1985.