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Ariu Pietro, fu Antonio e fu Saba Maria, nacque a Guspini il 16 ottobre 1903 alle ore 7 e minuti 10.

Di professione calzolaio, per lavoro, si trasferì a Milano nel 1926, ed abitava in Via Cenisio 37 presso la famiglia del signor Francesco De Angelis. Egli lavorava presso la calzoleria del signor Pasquale Rovellini ubicata in Via Pier Della Francesca  n. 7, guadagnando Lire 420 al mese.

A Guspini come a Milano egli era ritenuto fedele seguace delle idee comuniste e veniva visto come un sovversivo e come una persona contraria al regime fascista.

Nella città meneghina  in quanto appartenente al Partito Comunista – risultava inscritto in una cellula del 7° settore comunista – venne inizialmente condannato a due anni di reclusione ed all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Ma il Tribunale gli concesse le attenuanti generiche ai sensi dell’art. 59 Codice Penale ed avvalendosi dell’art. 6 della L. 25.11.1926 n. 2008, diminuì la pena della reclusione ad un anno ed all’interdizione dai pubblici uffici per eguale durata. Egli fu ritenuto colpevole ai sensi del 1° capoverso, dell’art. 4 della L. 2008/1926.

Del nostro concittadino, con una sentenza del 24 settembre 1928, se ne occupò il Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, composto da: Saporiti Alessandro, Generale di divisione; Buccafurri Giacomo, Giudice relatore; Mucci Giulio, Rambaldi Giuseppe, Tringali Casanova Antonio, Alfaro Alfredo, Ventura Alberto, tutti Giudici e, soprattutto, Consoli della M.V.S.N. – Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale.

Il Tribunale sentenziò  oltre che su Ariu anche contro Magnani Aldo, Lucini Virgilio, Aliotta Angelo, Fontana Angelo, Merli Silvio, Ghini Vittorio, Castelli Annibale, Bruschi Giuseppe, Romano Pietro, Croce Emilio, Leognani Giuseppe, Scaravati Enrico.

Ariu Pietro  venne arrestato a seguito di una retata effettuata in Milano, alle ore 22 del 23 novembre 1927, dal Commissario di Pubblica Sicurezza Dr. Mancarella della Questura di Milano, il quale con l’aiuto di alcuni fascisti si recò nella casa del comunista lombardo Virgilio Lucini, da tempo pedinato perché sospetto di attività sovversiva, ove erano convenuti i comunisti Aliotta Angelo, Fontana Angelo, Merli Silvio, Magnani Aldo, Ghini Vittorio.

I presenti furono tutti tratti in arresto e successivamente interrogati. Dalle loro deposizioni emerse  – tra gli altri –  il nome di Ariu Pietro, quale appartenente alle cellule dell’associazione giovanile comunista  milanese e, prontamente, ne venne disposto l’arresto. Il suo nome fu fatto dai compagni Castelli Annibale e Lucini Virgilio durante il loro primo interrogatorio e la circostanza dell’appartenenza al Partito Comunista venne confermata dallo stesso Ariu.

Tutto il gruppo comunista era imputato di aver commesso in Milano, in periodo di tempo imprecisato ma volgente verso il novembre 1927, fatti diretti a suscitare la guerra civile e far sorgere in armi gli abitanti del Regno contro i Poteri dello Stato, in esecuzione alle superiori direttive dei dirigenti del disciolto Partito Comunista.

Essi erano accusati anche di aver incitato con la pubblicità derivante dalla stampa , a commetter fatti diretti a far sorgere in armi gli abitanti del Regno. Durante il dibattimento per loro fortuna le accuse più pesanti non furono debitamente provate dall’accusa, per cui vennero prosciolti restando in capo a loro l’appartenenza al disciolto Partito Comunista.

Nel 1937, il giorno 30 dicembre,  nella Parrocchia di Mussolinia di Sardegna Pietro Ariu sposò Solidea Murtas.

Egli è deceduto in Milano il 29 aprile 1981 all’età di 78 anni.

 

Lorenzo Di Biase

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