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La Guerra Civile Spagnola

Nei giorni tra il 17 ed il 21 luglio 1936, un settore delle Forze Armate spagnole guidato dal generale Francisco Franco, forte del sostegno delle classi agiate, della Chiesa cattolica e dell’Italia fascista, si sollevò in armi contro il governo del Fronte Popolare, uscito vincitore dalle elezioni del febbraio precedente.

Il tentativo di golpe si risolse in un parziale fallimento, ma l’incapacità delle forze governative di estinguere immediatamente i focolai della rivolta, diede origine alla Guerra Civile Spagnola.

La “neutralità malevola” di Regno Unito, Francia e Stati Uniti nei confronti dell’esecutivo di Madrid da un lato, e il massiccio supporto logistico fornito da Mussolini, Hitler e Salazar ai ribelli dall’altro, permise rapidamente a questi ultimi di disporre di una netta superiorità militare che li portò, nel mese di novembre, a minacciare direttamente la Capitale. L’afflusso di volontari stranieri riversatisi, sin da subito, al di là dei Pirenei per prestare soccorso alla Repubblica minacciata, fu quindi coordinato dall’Unione Sovietica e incanalato nella costituzione delle Brigate Internazionali, che si distinsero nella serie di vittoriosi scontri per la difesa di Madrid, che culminarono a marzo del 1937 nella battaglia di Guadalajara, ove il Battaglione Garibaldi, formato da antifascisti italiani, inflisse una sonora sconfitta ai reparti inviati dal duce a sostegno di Franco.

Di pari passo si procedette, in campo governativo, alla progressiva marginalizzazione delle iniziali istanze rivoluzionarie, in favore della ricostruzione dell’autorità dello Stato, funzionale ad indirizzare tutte le energie al perseguimento della vittoria. La crescente sproporzione delle forze in campo – dovuta, in massima parte, al consistente afflusso di uomini e materiale bellico proveniente da Roma e da Berlino, le cui forze aeree si resero a più riprese protagoniste di terribili bombardamenti terroristici ai danni della popolazione civile) – unita ad una strategia iper-offensiva rivelatasi fallimentare, vanificò tuttavia tali sforzi.

Il 1° aprile 1939 le truppe di Franco portarono a termine la conquista dell’intera Spagna, assoggettando il Paese ad un regime clericale di stampo fascista che ebbe termine soltanto con la morte del caudillo nel novembre del 1975. I combattenti italiani inquadrati nell’esercito repubblicano (al pari dei loro commilitoni spagnoli ed internazionali) furono costretti a riparare in Francia, ove trovarono ad attenderli prima i campi di concentramento, poi la riconsegna a Mussolini da parte delle autorità collaborazioniste di Vichy, con conseguente pioggia di condanne al confino politico, da scontare sull’isola di Ventotene.

L’Italia, da parte sua, non ottenne alcun beneficio dalla partecipazione alla guerra civile, nel quale dilapidò gran parte delle proprie già scarse risorse militari, giungendo, pertanto, impreparata allo scoppio del secondo conflitto mondiale.

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