Accorsi Angelo Michele
Angelo Michele Accorsi, figlio di Stanislao e Irene Viaggi, nasce a Sant’Agostino di Ferrara il 29 settembre 1872.
Nel suo paese d’origine fonda, fin dal primo dopoguerra, la sezione socialista, il circolo giovanile socialista e la lega proletaria fra invalidi e mutilati di guerra. Nelle relazioni delle autorità di forza pubblica, è definito come un acceso “fautore delle teorie dell’odio di classe”.
Con l’avvento del fascismo, continua la sua attività tentando di ostacolare il PNF locale e, in particolare, il sorgere del Sindacato provinciale fascista dei Ricevitori Postali.
Questa attività contraria al regime non passa inosservata. Nell’estate del 1925 i carabinieri, operando una perquisizione nel suo domicilio, rinvengono opuscoli e stampe sovversive di ogni genere. Accusato, in modo pretestuoso, di non recapitare quella posta ai destinatari – mentre già erano state varate le leggi contro la stampa – è denunziato all’autorità giudiziaria e sospeso dall’impiego.
Il 5 febbraio 1926 viene assolto per insufficienza di prove. Ciononostante, decide di ricorrere in Appello e, con sentenza del 24 giugno 1926, viene assolto per inesistenza di reato. Per l’Amministrazione delle Poste, però, il fatto che questi non abbia commesso reato alcuno, non è rilevante: viene licenziato, diffidato e munito della Carta d’Identità.
Si trasferisce a Milano, dove esercita il mestiere di piazzista. Qui entra in contatto con un gruppo di studenti e intellettuali di varia ideologia politica, promotori e organizzatori di una Concentrazione Antifascista (Ravazzoli, Venanzi, Luzzatto, Morandi e altri) a cui offrirà il suo sostegno, diffondendo la stampa clandestina e raccogliendo somme per il Soccorso Rosso.
Scoperta l’organizzazione, è arrestato e condannato il 13.10.1937 dal Tribunale Speciale a 4 anni di detenzione, che sconterà a Civitavecchia. Durante la detenzione, chiede in lettura numerosi libri di carattere economico. Il 2 marzo del 1940, a seguito dell’indulto del 24 febbraio c.a., viene scarcerato, rimanendo ferma la misura di vigilanza.
Muore nel giugno del 1960 all’età di 88 anni.