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Ci siamo ritrovati chiusi nelle nostre case, privati – volontariamente – di normali relazioni sociali ed angosciati per la mille e mille tragedie che in questi giorni colpiscono tante famiglie di nostri concittadini. Siamo ora pieni di incertezze o paure per un futuro per il quale, benché sia difficile da immaginare, impegnarsi a costruire nuove fondamenta. Talvolta ci si può trovare ad osservare ed a ragionare su questi giorni come fossero già storia; eppure ci stiamo dentro, ne siamo protagonisti, non la stiamo ancora leggendo su un libro.

Con sentimenti a tinte forti, ci siamo avvicinati ad una data che per noi tutti è ricca di significati. Abbiamo ragionato su come, pur nella forzata condizione, potesse essere rinnovato l’impegno preso verso chi, dopo aver conosciuto l’orrore di una dittatura liberticida, ci ha poi ridato la libertà, combattendo. Donne, uomini – tanti giovani –  antifascisti, che ebbero forza morale e fisica di ribellarsi alle dittature, che furono perseguitati ed uccisi. Il loro esempio contribuì alla Liberazione dal nazi-fascismo, alla nascita della Repubblica e della nostra Costituzione. Un 25 aprile in cui il pensiero deve andare anche all’Europa, non ancora casa comune, ma che, pur nella sua imperfezione, non può che essere il nostro unico e logico orizzonte. Un Europa capace di ripudiare, nel nome della solidarietà, dell’inclusione, della libertà, della democrazia e della pace, ovvero dell’antifascismo, i frutti avvelenati del nazionalismo che maturano, ad esempio, in Ungheria.

Il coronavirus non poteva, quindi, annoverare tra le sue vittime anche il 25 aprile (e qualcuno in malafede o smemorato ci ha comunque provato, fallendo per l’ennesima volta). Quanto abbiamo visto è stato invece una vera esplosione di iniziative che, senza i cortei o le piazze, trasformavano la celebrazione in un caleidoscopio di video, cori, canzoni, dibattiti; il tutto rigorosamente in rete, o quasi.

Il percorso di avvicinamento al 25 aprile per ANPPIA Federazione di Roma si è aperto rispondendo ad un invito delle Biblioteche di Roma-Casa della Memoria. In un breve video – un frammento di una più lunga intervista – Giulio Spallone, storico Presidente ANPPIA, con poche parole svela i sentimenti che possono animare un giovane antifascista nel momento dell’arresto; liberazione ed completa affermazione della propria identità di antifascista.

Le migliaia di cittadini democratici ed antifascisti, che Istituzioni ed Associazioni resistenti avrebbero incontrato di norma in piazza a Porta San Paolo il 25 aprile, le abbiamo potute raggiungere anche attraverso un video-intervento del Presidente della Federazione Roma.

L’unità, che fu dei perseguitati politici antifascisti e dei partigiani, l’abbiamo infine voluta onorare con una “corale” Bella Ciao. Uniti nell’antifascismo, Bella Ciao l’abbiamo suonata, cantata, sussurrata, urlata, con le imperfezioni stesse di quando stiamo in piazza. Compagne e compagni hanno donato la loro personale Bella Ciao, per poi poterle montare tutte insieme in un formato familiare, vero, certamente non patinato. Quest’anno niente cortei, ma la “nostra” Bella Ciao ci ha fatta comunque stare insieme.

Infine, nel rispetto delle norme di comportamento legate all’emergenza sanitaria, è stato possibile per i rappresentanti delle Associazioni della Resistenza (ANPI, ANPPIA, ANED e FIAP) partecipare alla celebrazione romana del 75° anniversario della Liberazione, alla presenza del Sindaco di Roma Capitale, presso Porta San Paolo. Una piazza luminosa, assolata e calda come spesso lo è stata in altri 25 aprile. Ma al tempo stesso silenziosa, come non lo è mai, riempita solo dalle note della tromba. Un atto importante, pur nella sua atipica rapidità. Eravamo soli, fisicamente, ma sentivamo vicino a noi i tanti che in quel momento rappresentavamo e che con noi avrebbero voluto essere presenti.

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