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di ANPPIA
17 agosto 1934

Nel 1934 due fatti chiusero una fase della storia dell’antifascismo italiano e ne inaugurarono una nuova: la fine della Concentrazione antifascista, che già da tempo aveva perso parte della propria influenza, e l’avvicinamento tra socialisti e comunisti, che stipularono un patto d’unità d’azione. Le trattative fra i due partiti, condotte da Luigi Longo per i comunisti e da Pietro Nenni per i socialisti, furono favorite dal mutamento di strategia dell’Internazionale comunista e di quella socialista, determinato in particolare dall’affermazione del nazismo in Germania, e dall’esempio dei partiti operai francesi, che nel luglio 1934 avevano dato vita, insieme alle forze radicali, al Fronte popolare.
Il patto d’unità d’azione, stipulato il 17 agosto 1934, sebbene non ponesse fine ai contrasti fra i due partiti, rappresentò comunque l’inizio di una collaborazione sul terreno dell’antifascismo. (E. Collotti, L’antifascismo in Italia e in Europa (1922-1939), Loescher, Torino 1975, pp. 226-227).

Dieci anni dopo a Roma, una riunione congiunta fra le direzioni del Partito socialista e di quello comunista, rinnova questo patto.
Siglato questa volta direttamente da Palmiro Togliatti, Giacomo Pellegrini e Giuseppe Di Vittorio, per il Pci; Pietro Nenni, Oreste Lizzadri ed Ezio Villani per il Psi, stabilisce anche la creazione di una commissione permanente per coordinare la comune attività.

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IL PATTO DEL 1934
Le delegazioni del P.C. d’Italia e del P.S.I. riunite per discutere i problemi dell’unità d’azione proletaria, hanno constatato che nel piano generale dei principi e nel giudizio sulla situazione internazionale, sussistono tra di loro divergenze fondamentali di dottrina, di metodo, di tattica che si oppongono ad un fronte politico generale, a maggior ragione ad una fusione organica. Ma queste divergenze non tolgono che esista una confluenza dei due partiti su punti precisi, concreti, attuali della lotta proletaria contro il fascismo e contro la guerra.
Ubbidendo quindi alla esigenza di sviluppare al massimo la tensione e la concentrazione delle forze popolari a cui essi si indirizzano e di assicurare al proletariato, interprete degli interessi generali della società la direzione della lotta politica, i due partiti stabiliscono tra di loro un patto di accordo in vista degli obiettivi seguenti:
a) contro l’intervento in Austria e in genere contro la minaccia di guerra che scaturisce dagli antagonismi degli interessi imperialisti e dalla politica fascista di provocazione alla guerra. Le direttive di questa azione sono state precisate nel manifesto comune del 31 luglio cui devono ispirarsi, nella loro azione locale, i gruppi e i militanti dei due partiti;
b) per strappare alle prigioni e alle isole di deportazione le vittime del tribunale speciale e della repressione ed imporre l’amnistia totale ed incondizionata; per la partecipazione attiva alla campagna internazionale per Thaelmann e Seltz e per tutte le vittime del fascismo;
c) per la difesa e il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori; contro ogni riduzione dei salari e degli stipendi, per il sussidio a tutti i disoccupati, contro i sequestri, per l’annullamento dei debiti e delle imposte ai contadini poveri, per tutte le rivendicazioni immediate delle masse lavoratrici;
d) contro il sistema corporativo, per la libertà sindacale, per la rappresentanza dei lavoratori nelle aziende, per la libertà di organizzazione di stampa e di sciopero, per la elezione libera di tutte le cariche sindacali, per la rivendicazione di tutte le libertà popolari.
II – I due partiti, tenendo presenti le possibilità locali, si impegnano a dare alle rispettive organizzazioni di base, ai gruppi e a tutti i militanti le istruzioni necessarie per promuovere e coordinare, nelle forme che risultassero più adatte alle particolari situazioni, delle azioni comuni per gli obiettivi fissati nel presente patto.
III – I due partiti si impegnano a dare istruzioni alle rispettive organizzazioni dei paesi di emigrazione italiana perché associno le loro forze all’azione per sostenere le lotte all’interno del proletariato italiano e contro la penetrazione del fascismo tra le masse emigrate e perché, attraverso le organizzazioni sindacali e politiche indigene, assicurino la difesa degli emigrati.
IV – I due partiti, nei limiti della disciplina verso le rispettive Internazionali, useranno della loro influenza per spianare la via in ogni paese a una politica di unità d’azione.
V – I due partiti conservano la loro piena e intera autonomia funzionale e dottrinaria. Ognuno di essi continua la specifica propaganda e azione, impegnandosi a valersi dell’incontrastato diritto di esprimersi con piena franchezza sui dissensi dottrinali e tattici che tuttora si oppongono a un fronte politico generale ed alla fusione organica, in modo tale da non urtare ed ostacolare lo svolgimento delle azioni comuni già concordate.
VI – 1 due partiti conservano piena libertà di sviluppare il proprio reclutamento. Essi convengono che nel corso dell’azione comune si asterranno da ogni intervento nel seno dell’altro partito per disgregare le organizzazioni e romperne la disciplina.
VII – Le delegazioni dei due partiti si manterranno in collegamento e si potranno convocare a richiesta di una delle due, per esaminare e concretizzare nuove eventuali proposte interessanti la realizzazione del presente accordo, ogni eventuale punto di contrasto che sorgesse.
Parigi, 17 agosto 1934
Il Partito socialista italiano (Sezione dell’IOS)
Il Partito comunista d’Italia (Sezione dell’IC)

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